da Milano
È andata in tilt la minimaturità, ossia le prove nazionali per gli alunni impegnati nella licenza media: si blocca il cervellone dellInvalsi, lAgenzia nazionale della valutazione che gestisce loperazione, e i docenti nelle scuole non possono avere i punteggi sui risultati dei test. Motivo ufficiale dellinconveniente: colpa del maltempo, un fulmine caduto sul centro dellente, a Frascati, ha messo fuori uso il sistema informatico.
Le prove erano in programma ieri mattina in tutte le scuole medie dItalia. A ogni allievo erano stati distribuiti dei fascicoli contenenti i test sia di matematica che di italiano. Unora di tempo per ogni disciplina, poi i docenti avrebbero dovuto valutare i compiti sulla base di una scheda scaricata da internet collegandosi al sito dellInvalsi dopo mezzogiorno. Operazione impossibile, perché a nessuno è riuscito il collegamento. «Domani hanno inizio i colloqui protesta Loredana Leoni, responsabile lombarda dellAndis, lassociazione dei dirigenti scolastici e le licenze medie rischiano di essere bloccate perché mancano i risultati dei test nazionali».
Ma che valore hanno queste prove per chi deve fare poi gli scrutini degli esami di licenza? Un interrogativo che non ha una risposta chiara. «Ho limpressione che in mancanza di indicazioni precise spiega Francesca Lavizzari, una delle più esperte dirigenti milanesi ogni scuola fa come crede. Noi ad esempio abbiamo deciso di tenerne conto solo nei casi positivi. Comunque siamo di fronte a unesperienza davvero fallimentare: e siamo impotenti, perché le scuole hanno solo un ruolo esecutivo». Anche per questo la minimaturità di ieri è sotto accusa: «LInvalsi continua Loredana Leoni non ha lasciato alcuno spazio di valutazione delle prove alle scuole. Solo loro potevano dire quali erano le risposte ai quesiti presenti nei test ed i relativi punteggi da attribuire agli allievi. Come se i docenti non fossero in grado di giudicare le risposte dei loro studenti».
Solo qualche scuola attraverso qualche conoscenza privilegiata è riuscita ad avere in mano la scheda di valutazione dei test e ha potuto quindi proseguire gli esami. «Una mamma racconta Francesca Lavizzari conosceva una funzionaria di Frascati e si è fatta mandare per fax la scheda che il cervellone non riusciva a scaricarci.
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