«Non è vero che il Comune non si possa occupare di sanità. Deve occuparsene». Sono le parole di Beppe Costa, consigliere comunale del Popolo della libertà, che si è trovato ieri di fronte all'ennesimo rifiuto. «Ho proposto un articolo 54, una interrogazione a risposta immediata, per conoscere il futuro dell'ospedale San Martino di Genova. Per la seconda volta di seguito la mia richiesta non è stata accolta».
Del nosocomio, in consiglio comunale, se ne era già parlato il 24 gennaio, sempre su sollecitazione di Costa, quando anche il sindaco si era detta contraria allo smantellamento del centro trapianti, uno dei fiori all'occhiello della sanità locale.
«Ma il dibattito in città e sulla stampa, intanto, sta andando avanti - prosegue il consigliere del Pdl -: si parla del centro trapianti che verrà ridimensionato, poi però si parla di moltiplicare le cardiochirurgie al Monoblocco. Leggiamo di un nuovo reparto di urologia, così come di una nuova medicina nucleare. Cose di cui non si sentiva il bisogno». Insomma: c'è da fare chiarezza, il Comune deve assolutamente intervenire.
«L'interrogazione a risposta immediata - spiega ancora Costa - deve essere strettamente connessa a temi di attualità. Oggi (ieri, ndr) in consiglio si è parlato di lavori su una cremagliera che vanno avanti da dieci anni, mentre in città c'è un dibattito sulla nostra struttura sanitaria più importante, e sembra che non lo si voglia approfondire».
E a chi gli dice che forse Palazzo Tursi non ha competenze in fatto di sanità, Costa risponde: «Il sindaco fa parte della conferenza dei servizi che, tra le altre cose, si occupa anche della programmazione del servizio sanitario sul territorio di sua competenza. Il caso dellospedale San Martino rientra proprio in questo ambito».
E aggiunge: «Non so se ci sia una volontà politica, ma è il caso che anche il consiglio comunale torni ad occuparsi di questi temi.
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