Consigliere eletto con un voto abbandona: sindaco addio

Neanche i poteri delle famose streghe sono riusciti ad evitare la caduta dell'Amministrazione Comunale di Triora. Il paese della Valle Argentina, in provincia di Imperia, è infatti destinato ad un inesorabile commissariamento dopo le dimissioni del vicesindaco Silvia Siccardi e dell'assessore Giampiero Sasso.
I due, infatti, hanno deciso di abbandonare anche il consiglio comunale lasciandolo composto da soli cinque membri su tredici, quindi meno della metà. Con le surroghe non ci sarebbe nessun problema, se non fosse che le liste di maggioranza e minoranza sono ormai vuote, quindi con l'impossibilità di sostituire i dimissionari. Il consiglio comunale, che da oggi avrà una perenne mancanza di numero legale, non si potrà più riunire con una conseguente paralisi amministrativa che non ha altra via d'uscita che il commissariamento. Tutto era nato a gennaio quando, per dissapori contro il sindaco Marcello Lanza, lasciarono il consiglio gran parte dei consiglieri di maggioranza e quasi tutti quelli di minoranza. L'intento era quello di far cadere già all'epoca il primo cittadino, accusato di essere troppo accentratore. A salvarlo fu la stessa Siccardi, all'epoca ancora in opposizione, che subentrata come ultima della lista per aver ottenuto alle elezioni solo 1 voto, accettò di rimanere in consiglio garantendone la funzionalità con sette membri su tredici. A quel punto però il sindaco, avendo esaurito i margini di errore, non poteva più sbagliare mosse politiche.
Ma così evidentemente non è stato. «Purtroppo col trascorrere del tempo i rapporti all’interno dell’amministrazione sono andati via via sempre peggiorando – hanno detto i dimissionari - Non lasciandoci altra scelta se non quella della fine anticipata di questa amministrazione, da sempre funestata da conflitti e scontri».
Ora la parola passa alla Prefettura che, entro tre giorni, nominerà il commissario.

«Non ho nulla da rimproverarmi sia per il lavoro svolto sia per quel che riguarda il confronto – ha detto il sindaco Lanza -. Sono sempre stato disponibile al dialogo, ma quando questo è tale e non dettato da imposizioni personalistiche. È difficile lavorare quando ci sono invidie o antipatie».

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