VicenzaIl Pd del Veneto, che non è mai stato un monolite, perde un pezzo dietro laltro. Prima Massimo Calearo, a suo tempo cooptato da Veltroni, decide di abbandonare una casa che non ha mai ritenuto propria per salire sulle ali rutelliane dellApi; adesso Luca Balzi, 35 anni, lex segretario cittadino di Vicenza, attualmente consigliere comunale, decide di fare un balzo ancora più impegnativo. «Le idee del nostro candidato alla presidenza della Regione Giuseppe Bortolussi - ha dichiarato al Giornale di Vicenza - sono in linea con la politica di centrodestra, tanto che si è detto daccordo con lo scudo fiscale di Tremonti. Abbiamo scelto una figura esterna che ha idee di centrodestra. Il problema è che il cittadino comune tra la copia e loriginale sceglierà loriginale. E anchio ho intenzione di scegliere loriginale, quindi alle prossime elezioni voterò per Luca Zaia».
Il Veneto è una regione di moderati e il centrosinistra, va da sé, cerca di opporre al centrodestra un candidato che sia il meno di sinistra possibile. Poi, dal momento che danno la partita già persa in partenza, i maggiorenti del partito stanno ben volentieri in disparte per dare spazio a figure della cosiddetta «società civile», accettando di buon grado lopzione Bortolussi. Uno che, con la sua Cgia di Mestre, sta portando avanti da decenni unaspra ed efficace battaglia per tutelare gli interessi degli artigiani lavoratori autonomi, che di rado votano a sinistra. La volta prima, per le politiche, il Pd si era trovato in lista Calearo, falco di Federmeccanica, che si vantava di non aver mai votato a sinistra in vita sua.
Il mal di pancia di Balzi, insomma, è avvertito da molti allinterno di un partito in cerca dautore. Mettici poi che la Lega Nord, a queste latitudini, sta portando avanti il proprio programma e i propri candidati con un sistema popolar-militare-militante, che ricorda molto, dal punto di vista organizzativo, la strategia del Pci dantan, e il mal di pancia diventa peritonite. Di qui a far dire a un ex segretario del Pd che voterà per la Lega, però, si pensava dovessero salirne di maree in piazza San Marco.
E invece Balzi ha rilasciato, e confermato, quellintervista esplosiva che adesso rischia di procurargli un cartellino rosso dal partito a cui aveva aderito con tanto entusiasmo fin dalla fondazione. «Le tue affermazioni sono in grave contrasto con la linea politica che il Pd ha assunto democraticamente e nelle regole di democrazia interna - gli ha scritto il coordinatore comunale, Claudio Veltroni -. Con queste dichiarazioni arrechi un grave danno allimmagine del partito, alla sua credibilità e al suo consenso. Questo non è consentito a un dirigente ed amministratore eletto in lista col Pd». Segue preavviso di sfratto: «Verranno presi opportuni provvedimenti».
In compenso Luca Zaia ha accolto con commozione luscita del soldato Balzi.
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