I punti chiave
Mentre l'allerta terrorismo torna a preoccupare l'Europa dopo l'attacco al mercatino di Natale a Magdeburgo, in Italia è scattato il blitz dei carabinieri del Ros: questa mattina i militari hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Bologna su richiesta della Procura della Repubblica di Bologna, Dipartimento Antiterrorismo. Il bilancio dell'operazione è di 5 giovani di origine straniera arrestati: sono ritenuti responsabili - a vario titolo - di aver costituito o di aver fatto parte di un'associazione terroristica per promuovere, consolidare e rafforzare le formazioni terroristiche denominate Al Qaeda e Stato Islamico.
L'indagine è stata condotta dalla Procura bolognese con il coordinamento della Procura nazionale antimafia. I cinque stranieri sono residenti in Italia, per la precisione a Bologna, Milano, Udine e Perugia. In sostanza nei loro confronti grava un'accusa pesantissima: aver fatto nascere o comunque aver aderito a un'associazione terroristica a sostegno di Al Qaeda e dell'Isis.
L'associazione "Da'wa Italia"
Nello specifico 4 degli indagati sono accusati di aver costituito un'associazione terroristica d'ispirazione salafita–jihadista declinata in chiave takfirista, denominata "Da'wa Italia" (che in arabo significa "chiamata"). Con la propaganda di contenuti jihadisti e reclutamento di nuovi adepti alla causa, si sono dimostrati pronti a raggiungere i territori controllati dalle milizie jihadiste in Africa e Siria. Verso il quinto giovane, fratello della principale indagata del gruppo, si ipotizza l'avvio di un processo di radicalizzazione proprio sotto l'egida della sorella (non a caso viene contestata l'ipotesi dell'addestramento finalizzato a un possibile arruolamento nell'ambito di organizzazioni terroristiche jihadiste).
In un primo momento sotto la lente di ingrandimento è finito il ruolo ricoperto da una giovane pakistana, cresciuta e residente a Bologna, che ha coinvolto un'altra ragazza (di origine algerina, cresciuta e residente a Spoleto) grazie al suo attivismo e all'incessante opera di proselitismo. Ulteriori approfondimenti hanno consentito di identificare gli altri membri, tra cui un giovane cresciuto a Milano (che si sarebbe unito alle milizie jihadiste operanti in Corno d'Africa) e un altro di origine turca (da tempo residente tra le province di Gorizia e Udine).
L'allarme terrorismo
Proprio nei giorni scorsi al Viminale si è riunito il Comitato analisi strategica antiterrorismo. Nel vertice, presieduto dal ministro Matteo Piantedosi, sono stati analizzati i possibili riflessi in Italia dell'attentato di Magdeburgo: l'attenzione è rivolta in particolar modo verso i possibili gesti di emulazione da parte di singoli soggetti che potrebbero agire come lupi solitari. Perciò il titolare dell'Interno ha richiamato l'attenzione a tutti i livelli e sull'intero territorio nazionale, invitando a rafforzare le attività di presidio e di prevenzione in occasione di iniziative di piazza (in particolare quelle a sfondo religioso).
Piantedosi ha inoltre chiesto di intensificare le attività di analisi e monitoraggio in tutti gli ambienti, che devono riguardare soprattutto i contesti in cui emergono forme di radicalizzazione.
L'obiettivo è quello di individuare in tempo i soggetti potenzialmente pericolosi, prima che possano agire e creare un grave pericolo per la sicurezza pubblica. A tal proposito il Viminale proseguirà con ancora maggiore determinazione nell'ottica delle espulsioni di persone ritenute una minaccia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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