«Grazie carissimo, come sai è una materia delicata, e non tutti sono d accordo. Comunque ci sto lavorando»: così il ministro della Giustizia Carlo Nordio (foto) ha risposto ieri all'appello rivoltogli dall'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini. All'indomani della assoluzione del vicepremier Matteo Salvini nel processo Open Arms, Albertini e Nordio si ritrovano concordi sulla necessità di fornire aiuti concreti alle vittime della facilità accusatoria delle Procure, oggi penalizzate dalla mancanza di fondi.
Il tema era stato sollevato dallo stesso Nordio in una intervista al Messaggero in cui ricordava come la legge preveda risarcimenti a chi viene incarcerato a piede libero ma riconosca poco o nulla a chi viene indagato e processato ingiustamente a piede libero: «Bisognerà pur pensare - dice il Guardasigilli - a risarcire le persone che finiscono nella graticola giudiziaria per anni, perdendo la salute, i risparmi e magari il posto di lavoro, perché qualche pm non ha riflettuto sulle conseguenze della sua iniziativa avventata».
Albertini ricorda al ministro Nordio che esiste già la «legge per risarcire gli innocenti», varata nel 2020 sulla base di una proposta avanzata dallo stesso Albertini quando era deputato. La legge, ricorda l'ex sindaco, dispone la «rifusione delle spese giudiziarie dell'imputato assolto Lo stanziamento è di solo 8 milioni annui, per quasi 120.000 innocenti all'anno, (secondo le veramente restrittive caratteristiche di detta innocenza: giudicato definitivo, formula piena d'assoluzione e per tutti i capi d'imputazione, ecc) e con il limite irrisorio di: 10.5000 euro a caso. Quindi la legge c'è già, m'avevi, verbalmente promesso, su mia proposta, che avresti portato lo stanziamento almeno allo stesso importo del consuntivo annuo destinato a pagare le sole intercettazioni esemplificato la procedura, per ottenere i risarcimenti.. ora hai pubblicamente dichiarato che bisogna risarcire gli innocenti! Mi auguro che lo farai!», conclude Albertini.
E Nordio nella sua risposta non si tira indietro, anche se ricorda a Albertini che «la grande madre delle riforme sono il sorteggio del Consiglio superiore della magistratura e l'istituzione della Alta corte d giustizia», l'organismo che sostituirà il Csm nel giudicare i magistrati sottoposti a procedimento disciplinare.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.