Il Consiglio di Stato boccia il parcheggio Al Comune la spesa per riportarlo com’era

I lavori in piazza Trento erano già partiti, ma 98 ambulanti hanno vinto il ricorso

Il Consiglio di Stato boccia il parcheggio Al Comune la spesa per riportarlo com’era

Marco Pirola

La vendetta delle piante sulla giunta di Monza. Il Consiglio di Stato ha dato torto all'amministrazione sui lavori in piazza Trento e Trieste. Lavori già partiti per la realizzazione di un parcheggio interrato e che avevano comportato il taglio di alberi e il trasferimento in un'altra piazza delle bancarelle del mercato. Ma 98 ambulanti avevano fatto ricorso contro la decisione della giunta prima a Tar e poi al consiglio di stato dove hanno avuto ragione. I giudici hanno condannato la giunta di sinistra a ripristinare la situazione della piazza come era prima dell'inizio dei lavori, ormai 8 mesi fa. Una vera e propria «mazzata» per la giunta. Secondo la sentenza i lavori, dichiarati di pubblica utilità, mancherebbero dello studio geologico e idrogeologico. Inoltre al progetto iniziale per la realizzazione del parcheggio sotterraneo da 500 posti mancava qualsiasi piano per la risistemazione della superficie della piazza, progetto che è arrivato in un secondo tempo dopo che era stato bandito un concorso internazionale. Il Comune sarebbe anche stato condannato al pagamento di tutte le spese finora sostenute oltre che a quelle per il ripristino della «vecchia» piazza e al pagamento di 10mila euro ai ricorrenti per le spese legali.
«Non ci risulta che a tutt'oggi sia stata già pubblicata la sentenza - ha detto l'assessore alle Opere pubbliche Antonio Marrazzo - e ci sorprende che qualcuno possa accedere anticipatamente a documenti non ancora divulgati.

In ogni caso, se le indiscrezioni fossero confermate, dovremmo innanzitutto verificare quali sarebbero i motivi accolti nel ricorso e, di conseguenza, adottare i provvedimenti necessari per rimuovere ogni impedimento. Ancora una volta, non l'avranno vinta quelli che tentano, con tecnica da azzeccagarbugli, di ritardare un'opera di fondamentale importanza per Monza».

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