Dalla consolle un appello ai giovani: «Fate sempre funzionare il cervello»

Figlio di un ex diplomatico delle Nazioni Unite, Dr Feelx è un famoso dj che si divide tra serate nelle discoteche, feste internazionali, produzioni disco e tv. Voce profonda, carica di energia, scelta per diversi famosi spot, è in onda su radio 105 Classics con Real Black, programma dal quale ha già lanciato da tempo lo slogan «Remember don’t drink and drive» (ogni sabato dalle ore 22 alle 23, con replica la domenica alla stessa ora). Proprio Dr Feelx, a giugno, è stato il dj ufficiale dell’evento «Troppo Alcool Uccide», idea e progetto di Marco de Padova, socio del Dom Café di corso Como 5 dove è stata organizzata l’iniziativa, con il sostegno dell’Assessore allo Sport e al Tempo Libero del Comune, Giovanni Terzi.
«Userò me stesso come esempio», sottolinea Dr Feelx, cantante e artista poliedrico, che può vantare prestigiose collaborazioni con artisti come Mike Francis, Amii Stewart, Claudio Simonetti e Jovanotti, che ha imparato a rappare anche grazie a lui. «Non c’è niente di più bello per i giovani - racconta -. Alla mia età, 40 anni, dopo tanti viaggi, musica, serate, poco riposo, sono come un ventenne, perché vivo la mia vita in modo pulito. Il segreto è avere una passione, che per me è in primis la musica: mi stimola e mi dà sensazioni meravigliose, come l’amore per la mia donna». Bisogna trasmettere ai giovani un messaggio. afferma, «ed è quello che ripeto da tempo, dalla consolle: “Controllate la vostra mente, il cervello deve dominarvi. Se gli amici vi convincono a fare qualcosa che vi fa male, la mente deve dominare”».
I giovani, soprattutto i giovanissimi, bevono parecchio e non solo, «è una piaga sociale devastante - ribadisce il dj, che sta riscuotendo grande successo con la sua compilation Feel Da House volume 2 - troppi computer, troppi telefonini. La gente non socializza più, si chiude in casa davanti a uno schermo, si sente sola, sbaglia, non ha nessuno che possa dare un consiglio umano. Per la mia generazione era diverso, anche senza una lira ci trovavamo nelle piazze o andavamo al luna park. La società deve evolversi, certo, ma rendere i ragazzi schiavi della tecnologia e dell’elettronica.

Ci vuole più fede, semmai: fin dagli inizi della mia vita professionale cerco di trasmettere, attraverso la musica, anche un messaggio di questo tipo, basato sulla solidarietà e la fratellanza tra la gente, senza distinzione di razze, o religioni. In ogni caso, anche tra i giovani ho trovato una bella percentuale di persone che non beve, né si droga; ti trasmettono tanta gioia e ti dicono che c’è ancora qualcosa di bello anche nelle nuove generazioni».

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