Alberto Contador il pistolero spara la sua ennesima cartuccia in Piazza Duomo. Fra il tripudio del pubblico milanese lo spagnolo si porta a casa per la seconda volta in carriera quella che viene definita come la corsa più dura del mondo nel paese più bello del mondo. Una Giro che il più forte corridore attualmente in attività ha dominato in lungo ed in largo. Dallo scatto a sorpresa a Tropea all'assolo sull'Etna al controllo totale sulle Dolomiti per finire con l'episodio da libro cuore di Macugnaga. Nessuno ha potuto anche solo fare il solletico allo spagnolo. Fin dalla prima vera salita, quella al vulcano siciliano, si è capito che si correva per il secondo posto. Lungo tutto lo stivale Contador non ha mai avuto un momento di difficoltà. La sua squadra non gli è stata di grande aiuto ma il madrileno, in maniera sapiente, ha dispensato favori vari conquistandosi preziose amicizie in gruppo.
La mossa con la quale ha consentito all'ex compagno Paolo Tiralongo di conquistare il primo successo in carriera è stata un vero e proprio capolavoro anche dal punto di vista mediatico, capace anche di ribaltare le polemiche per il mancato passaggio sul Crostis che gli erano costati i fischi degli 'Ultras' dello Zoncolan. Proprio il suo ex gregario, uno che lo conosce davvero bene, ha dato la definizione più appropriata del campione di Madrid. "Credo che Alberto possa vincere tutte le corse a tappe. Nella sua testa è imbattibile, sa sempre dove e quando attaccare". Proprio il 'triplete' potrebbe essere il prossimo obiettivo del conquistatore spagnolo.
Nessuno ha mai vinto Giro, Tour e Vuelta nella stessa stagione e se c'è un corridore in grado di compiere questa impresa mostruosa, Tas permettendo, è proprio Alberto Contador, l'uomo che in questa corsa rosa non ha corso contro gli avversari ma contro la storia. "E' stato un finale da sogno", ha detto all'arrivo trattenendo a fatica le lacrime. Difficile dargli torto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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