Roma - Risanare è la parola d'ordine. I Paesi dell’area euro devono iniziare il processo di risanamento delle finanze pubbliche "al più tardi nel 2011 e spingersi ben oltre il requisito minimo di correzione annua fissato nel patto di stabilità e crescita allo 0,5% del pil". Il bollettino mensile della Bce chiede "interventi risoluti, in particolare da parte delle economie con alti livelli di disavanzo e debito" e che ciascun Paese deve definire "le strategie di uscita dalle misure di stimolo e le strategie di riequilibrio dei conti pubblici per il prossimo futuro". Per la Bce un ruolo chiave nel processo di risanamento dei conti pubblici dovrà averlo "la riforma della spesa". Per l'istituto di Francoforte visto "il brusco deterioramento del rapporto spesa pubblica/pil, e la già elevata pressione fiscale, la riforma della spesa dovrà avere un ruolo di primo piano". Si accrescerà così la probabilità di ridurre il disavanzo, si creeranno i presupposti per affrontare le pressioni previste sulla spesa derivanti dall’invecchiamento della popolazione e, nel tempo, si contribuirà a moderare l’onere fiscale e a sostenere la crescita potenziale.
La crescita Il 2010 si prospetta con un "ritmo di crescita complessivamente moderata" per l’area Euro e "destinata a procedere in modo discontinuo". È quanto si legge nel bollettino mensile della Bce secondo cui il il contesto "è caratterizzato da perdurante incertezza" mentre "l’attuale livello dei tassi di interesse continua a essere adeguato". La Bce rileva come "incidono vari fattori straordinari fra i quali le condizioni meteorologiche avverse che hanno colpito determinate regioni dell’area del’euro nel primo trimestre 2010" che rendono volatili i dati trimestrali mentre per il futuro il Consiglio direttivo si attende una moderata crescita del pil a causa della frenata degli investimenti e consumi moderati, a causa delle "deboli prospettive del mercato del lavoro". La stabilità dei prezzi sarà "preservata a medio termine".
La disoccupazione La disoccupazione nell’area euro potrebbe continuare a crescere nei prossimi mesi "seppure a un ritmo minore rispetto a quello osservato nel 2009".
È quanto si legge nel bollettino mensile della Bce che ricorda come nel mese di gennaio il tasso di disoccupazione sia rimasto al 9,9%, come nei due mesi precedenti, dopo una revisione al ribasso di 0,1 punti percentuali e che "in prospettiva gli indicatori delle indagini sono migliorati dai loro minimi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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