«Milano è a disposizione, ma è veramente prematuro parlarne. E vorrei evitare che partissero subito speculazioni su Milano che è in guerra con qualcuno. Non sarà mai una lite e non potrà mai esserci un atteggiamento ostile rispetto alle altre città, questo lo dico subito per evitare polemiche preventive». Premessa d'obbligo del sindaco Beppe Sala, ma l'eterno derby con Torino è già ripartito e questa volta nel mirino ci sono le Atp Finals che dopo i prossimi due anni ancora sotto la Mole potrebbero traslocare fino al 2030 a Milano. In pole, l'Arena Santa Giulia in costruzione per le Olimpiadi 2026, il «boss» di Eventim Klaus-Peter Schulenberg ha già «candidato» («sarebbe la sede ideale»). Ma l'Italia «acchiappatutto» si è aggiudicata anche le finali di Coppa Davis dalla prossima stagione fino al 2027, e se per il 2025 sarà Bologna a raccogliere il testimone da Malaga - dove il team tricolore con le finalissime di Jannik Sinner e Matteo Berrettini contro l'Olanda ha conquistato il trofeo per il secondo anno consecutivo -, Milano è in campo da tempo. «Ci batteremo per portare a Milano le finali dal 2025» aveva promesso il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel Angelo Binaghi due anni fa. La mira si sposta sulle edizioni successive. Il tema ha tenuto (ovviamente) banco ieri a Palazzo Marino all'avvio del «Trophies Tour 2025» che porterà in giro per l'Italia i trofei vinti dalle nazionali italiane di tennis, la Davis e la Billie Jean King Cup conquistata, sempre a Malaga, dal team femminile. Al taglio del nastro Binaghi, Sala, l'assessore allo Sport Martina Riva e i capitani delle nazionali Tathiana Garbin e Filippo Volandri. Le coppe saranno esposte dal 10 dicembre al 2 gennaio in Galleria, nel 2025 faranno tappa in 50 circoli e nei principali eventi nel Paese.
Sulle voci di staffetta con Torino per le Atp Finals Sala precisa che «su un tema del genere ci sta innanzitutto l'interesse della nostra federazione e degli sponsor, le città se vogliamo vengono per ultime. Milano poi è sempre a disposizione per qualunque cosa fosse al servizio del Paese». E «al di là dei grandi eventi, parlerò con Binaghi perché c'è il tema di portare avanti in città lo sport di base che è stato trascurato negli anni. I campioni servono anche a questo, non solo a vincere i trofei ma a sviluppare interessi. Per tanti anni il calcetto ha portato via spazi a tutti gli altri sport perchè è più redditizio. L'attenzione verso il tennis non è stata adeguata nell'ultimo lungo periodo questa occasione ci dia la spinta per fare di più».
Staffetta Milano-Torino? «Non escludo niente. Ora sto facendo gli acquisti, poi penseremo alle vendite» sorride Binaghi. Ricordando che «abbiamo appena raggiunto il massimo risultato possibile, tenere una manifestazione grossa come le Atp per altri 5 anni e nel frattempo abbiamo fatto un blitz per la Coppa Davis. Dunque credo che ci sia il modo sia per essere riconoscenti verso chi ci ha aiutato a lanciare le Atp Finals in Italia, ma pure per far crescere il tennis sfruttando opportunità che Milano offre meglio di chiunque altro in Italia. Credo che insieme al governo riusciremo a trovare una situazione equilibrata, che mantenga in tutte le città d'Italia, compresa Roma, un grande interesse verso il nostro sport». Tenendo conto «anche del fatto che sulla Davis abbiamo più margine di decisione. Le Atp Finals sono di proprietà dell'Atp, l'ultima parola spetta a loro». E per la Davis «la discriminante è un palazzetto per almeno 8mila spettatori. In Italia ce ne sono 7 o 8, da quelle città bisogna partire».
Dopodichè, aggiunge, «Milano è Milano non devo dire niente». E «a Roma abbiamo già gli Internazionali d'Italia. Dovete avere un attimo di pazienza». Ma anche Sala incaòza: «Lo lascio tranquillo anch'io per un paio di settimane e poi vediamo».
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