Corre l'industria, riparte la nave Italia

Dall’andamento molto positivo di fatturato e ordini arriva qualche segnale di ripresa. Il premier passerà la sua estate di lavoro a Roma: imprenditori ed elettori sperano che sia la volta buona per il repulisti

Il fatturato dell'industria è al massimo dal 2008: nel maggio 2010 ha registrato un aumento dell'8,9% rispetto allo stesso mese del 2009. Gli ordini sono al massi­mo dal 2005: + 26,6%. Non sono da­ti diffusi da Palazzo Grazioli, resi­denza romana di Berlusconi, sono dati comunicati ieri dall'Istat. Vuol dire che tutto è risolto e siamo fuori definitivamente dalla crisi? No, ne­anche per sogno. Vuol dire che ora, subito, la politica dovrebbe piantarla di ammorbare gli italiani con altri problemi e dedicarsi a far diventare questo venticello un bel maestrale che ci riporti alla cresci­ta economica di cui l'Italia è capa­ce. Tra l'altro non è vero- come mol­ti pensano - che si tratti solo di una crescita degli ordinativi e del fattu­rato dovuta alle esportazioni favo­rite, a loro volta, dall'euro debole. Su base annua, infatti, il fatturato è cresciuto del 12% sul mercato este­ro ma di un ottimo 7,6% sul merca­to nazionale. E così per gli ordinati­vi: +49,2% sul mercato estero ma anche qui un ottimo +16% sul mer­cato nazionale. Fin qui i privati che marciano, no­nostante tutto e tutti. Certo la ricon­quistata credibilità finanziaria dell' Italia ha giovato e molto. Tremonti ha operato come opera la polizia: ha vigilato e ha fatto sì che non ac­cadessero disastri. È un'opera che non si vede perché non porta nulla in positivo subito, evita disastri per l'oggi e per il domani. Ma da doma­ni, appunto, questo non basta più. Non può essere che in un Paese dove c'è un venticello fresco di ri­presa economica ci dobbiamo sor­bire l'olezzo che proviene dall'in­terno della maggioranza per qual­che pera marcia che va buttata via subito e qualche pera bacata (in testa) che nella maggioranza c'entra quanto uno stand del Giornale nelle Fabbriche di Nichi (Vendola). Non è solo una questione di mettersi a fare leggi e prendere iniziative che favoriscano al massimo questa ripresa, cosa che pure è urgente e non rimandabile. Si tratta anche che la maggioranza di governo e il suo maggior partito non possono permettersi di insufflare tra la gente comune che lavora, e grazie alla quale ci stiamo riprendendo, sentimenti di sfiducia per il brutto spettacolo che offrono. E il presidente del Consiglio deve occuparsi qui, in Italia, delle cose serie delle quali si occupa quando va all'estero dove compie missioni di vera e propria diplomazia commerciale, utili alla nostra ripresa economica. Poi torna qui e deve occuparsi di una serie di robine che neanche un capo-magazzino (con tutto il rispetto dovuto). Nel 2001 ci furono le Torri Gemelle e la crisi economica che seguì. Nel 2008 è scoppiata la crisi nella quale siamo ancora. Finalmente arriva qualche segnale di ripresa. Non c'è nulla di più importante di cui occuparsi. Nulla.

Il premier passerà a Roma e dintorni la sua estate di lavoro. Speriamo che sia la volta buona del repulisti vero. Se lo meritano gli imprenditori e tutti coloro che stanno facendo bene e se lo meritano anche gli elettori di centrodestra che ne hanno le scatole piene.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica