Corretta la targa del Salaino, pupillo di Leonardo

L’amministrazione di Vimercate ha risolto l’equivoco storico. Adesso tocca a Milano e la conferma arriva direttamente dal sindaco Letizia Moratti. Se è vero che il figlio più illustre del Comune è Gian Giacomo Caprotti, figlio di Pietro da Oreno, (un quartiere di Vimercate) passato per quattrocento anni di generazioni come «il Salaino», ora è altrettanto certo che quel Salaino era solo un fantasioso nomignolo che deriva da un termine dialettale toscano e significa, vallo a scoprire, «diavoletto». Fu Leonardo da Vinci ad abbottonarglielo per sempre. Suo mentore e padre adottivo. Prese con sé il giovinetto quando aveva 10 anni, e non se ne separò più. Il Genio del Rinascimento lo portò alla corte degli Sforza, dove il ragazzino «biondo e ricciuto» - così lo descriveva il Vasari - era un tipetto piuttosto vispo. In una delle loro scaramucce, nell'unico periodo in cui Gian Giacomo si allontanò dal Maestro, venne duramente rimproverato di abbandono: «Io che ti ho allevato da latte», gli scriveva Leonardo. Molte opere del Caprotti sono conservate alla Pinacoteca Ambrosiana, mentre al Prado di Madrid c’è la famosa Gioconda. Nella parrocchia di San Carlo a Seregno, c’è la Madonna intagliata da Leonardo, poi ereditata dal suo pupillo. Gian Giacomo Caprotti, per oltre quattro secoli, si è dissolto per lasciare spazio al fantomatico Salaino. Solo agli inizi del Novecento, attraverso le ricerche di Gerolamo Calvi e Luca Beltrami, fu fatta piena luce sull’equivoco. La conferma arrivò anche da altri studiosi. Vimercate ha sistemato l’intitolazione della via dedicata al pupillo del celebre artista. Ancora oggi il «Salaino» compare sul cartello di una via di Milano. Qualche mese fa per risolvere la questione si era impegnato l’ex assessore Vittorio Sgarbi che aveva ricevuto il vicesindaco di Vimercate Roberto Rampi, per rimediare all’abbaglio della storia. Dopo Sgarbi, l’amministratore vimercatese non si è dato per vinto e l’altro giorno ha incassato la soddisfazione.

Letizia Moratti, gli ha scritto di persona: «La giunta comunale ha deliberato l’integrazione della targa di via Andrea Salaino, situata tra via Solari, via Borgognone e via Valparaiso, con la dicitura "Gian Giacomo Caprotti". Si provvederà nel più breve tempo possibile alla sostituzione». «Ringrazio Letizia Moratti - replica Roberto Rampi - per il gesto che restituisce finalmente al nostro più illustre concittadino il diritto di esistere».

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