La corsa dei «Papa boys» ai funerali

Don Davide Brambilla: «Si sono alzati all'alba senza un lamento per le scomodità»

La corsa dei «Papa boys» ai funerali
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C'è chi si è ritrovato in mezzo alla folla che cercava di avvicinarsi a piazza san Pietro e poi alla basilica di Santa Maria Maggiore e non è riuscito ma è felice lo stesso. L'educatore diciannovenne di un oratorio milanese si è precipitato a sostituire un giovane che all'ultimo momento si è ammalato, e ha accompagnato i ragazzi per l'ultimo saluto terreno al Papa, per poi tornare a Milano con un autobus notturno. E soprattutto a Roma ci sono loro, i seimila e ottocento adolescenti milanesi insieme all'arcivescovo Mario Delpini, e ai due ausiliari della Diocesi Giuseppe Vegezzi e Luca Raimondi, entrambi nominati vescovi da papa Bergoglio nel 2020.

Un gruppo di giovanissimi ha incontrato il vescovo Delpini in metropolitana, mentre si spostava da San Pietro alla basilica di san Giovanni in Laterano, dove tutti insieme hanno varcato la Porta Santa. Il loro viaggio romano era legato alla canonizzazione di Carlo Acutis (che è stata rimandata) per il Giubileo degli adolescenti ed è diventato qualcosa d'altro, che li ha resi d'improvviso più adulti. Racconta don Davide Brambilla, della comunità pastorale Padre Nostro: «Dentro la drammaticità dei fatti è stato provvidenziale che ci fosse il Giubileo degli adolescenti, perché difficilmente avremmo potuto accompagnare ragazzi di terza media, prima, seconda e terza superiore alle esequie del Papa». Invece è ciò che è accaduto.

Gran parte dei gruppi e dei sacerdoti hanno pensato di portare i ragazzi e loro si sono mostrati subito d'accordo. Racconta ancora don Davide: «Ci siamo alzati alle 4 perché noi ambrosiani siamo tutti alloggiati alla Fiera di Roma, che è piuttosto distante, ma non l'hanno fatto malvolentieri. Non si sono lamentati né della levataccia né delle code. Il clima è molto positivo nonostante gli spostamenti siano disagevoli a causa della grande folla, si mangia con voucher nei supermercati, ma il desiderio di stare insieme e salutare il Papa supera tutte le difficoltà».

Per i ragazzi non è stato solo un funerale, ha significato anche ringraziare il loro Papa, perché il pontificato di Francesco copre praticamente tutta la loro vita, visto che sono nati tra il 2008 e il 2011. Aggiunge ancora don Davide: «Alcuni erano piccolissimi se non addirittura bambini da scuola materna quando papa Francesco è stato eletto. Anche per me è il mio Papa, perché è arrivato al soglio di Pietro al mio secondo anno di seminario (sono sei in totale, ndr) e tutto il mio sacerdozio è trascorso accanto a lui».

Ma anche chi è rimasto a Milano non ha mancato l'appuntamento con i funerali, sia pure davanti ai teleschermi o ai maxischermi che sono stati allestiti in diverse comunità e luoghi di preghiera.

Tra i semplici affezionati a Papa Francesco, già di prima mattina, al bar davanti ai giornali tutti parlavano di lui e in tanti sono tornati a casa solo per poter seguire in diretta tv l'omelia e la processione verso il luogo della sepoltura di Francesco. Le comunità di fedeli si sono scambiate via chat il libretto della celebrazione per poter seguire meglio le esequie. Presenti con il cuore, come chiedeva il Papa con la «Dilexit nos» dell'ottobre scorso.

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