«Se qualcosa non va, scrivetemi pure una mail», disse Matteo Renzi agli alunni di Treviso nella sua prima uscita da premier. A quasi tre anni di distanza forse è il caso di farlo. Dal giorno in cui si mise davanti ad una lavagna per presentare i contenuti della «Buona Scuola», infatti, di promesse sotto i ponti ne sono passate. Ma di risultati se ne sono visti pochi. Soprattutto sulla messa in sicurezza degli edifici scolastici.
Gli annunci di Renzi
Dei tanti miliardi annunciati, solo una piccola parte è effettivamente arrivata a destinazione per i cantieri. Renzi ha promesso 7,4 miliardi, poi però ne ha movimentati solo 4,1 e quelli realmente spesi sono ancora di meno: appena 879 milioni. Una miseria, considerando che secondo un'analisi della Protezione civile servirebbero tra i 13 e i 14 miliardi per risolvere davvero il problema delle scuole italiane che cadono a pezzi.
I ritardi hanno una conseguenza. L'associazione Cittadinanzattiva nel XIV Rapporto sulla sicurezza sottolinea come l'inerzia abbia prodotto 112 crolli negli ultimi tre anni fino a inizio settembre 2016. E da quel giorno se ne sono verificati già altri 12, per toccare quota 90 dall'inizio della «Buona Scuola». C'è un motivo: in Italia il 15% degli istituti presenta lesioni strutturali e il 65% non ha la certificazione di agibilità statica. Così succede che a Rho (Milano) il tetto cada addosso a tre bambini e che alla scuola elementare di Sottomarina (Venezia) il bilancio sia di una bimba ferita, il piano terra inagibile e un centinaio di alunni da trasferire con urgenza. Si tratta di pochi esempi, ma i casi sono in continua crescita (Guarda il video: le bugie di Renzi)
Il bluff della Buona scuola
E questo nonostante le slide del Miur millantino opere straordinarie finanziate da interventi governativi avviati nel triennio 2014/2016. Renzi rivendica i vari #scuolebelle, #scuolesicure, #scuolenuove, #sbloccascuole e #scuoleinnovative. Poi ci sono i fondi Pon, Bei, Kyoto, Inail e Por. Bene. Il problema è che i risultati non corrispondono ai proclama renziani. Delle 14mila richieste di indagini diagnostiche arrivate al Miur per controllare i solai delle scuole, solo 7mila sono state finanziate ed appena 1.700 realizzate. Troppo poche. Per quanto riguarda il decreto #scuolesicure, invece, prima Renzi si è intestato i meriti del governo Letta facendo rientrare nel racconto della sua manovra 692 interventi voluti dal precedente governo, poi ha aggiunto 400 milioni per 1.636 interventi, di cui 1.916 finanziati e 1.401 conclusi. O almeno questo è quello che raccontano le slide del ministero: peccato però che sul sito della Buona Scuola si possa verificare che in realtà sono stati liquidati solo 25 milioni di euro. Appena il 6%. Senza contare che ai presidi è arrivato a stento il 49% dei fondi che in teoria gli spettano.
Andiamo avanti. Per il 2015 c'erano anche 905 milioni di mutui Bei (Banca europea investimenti) garantiti dallo Stato con 40 milioni l'anno per 30 anni. Un piano da 1,1 miliardi ad oggi arrivato in porto per soli 140 milioni. Per quanto riguarda i fondi europei Pon, dal 2014 al 2020 è previsto più di un miliardo per l'edilizia scolastica, ma al momento ne sono stati usati soltanto 30. Infine, il capitolo #scuolenuove: grazie allo sblocco del patto di stabilità interna, nel biennio 2014/15 sono stati recuperati 344 milioni. In una lettera ai sindaci, il premier parlò di «1158 cantieri aperti con questi finanziamenti di cui 787 già conclusi». In realtà, il sito istituzionale parla di soli 843 interventi, di cui appena 515 conclusi. E sono già passati due anni. A questi, con il decreto #sbloccascuole, nel 2016 si è aggiunta la deroga agli equilibri di bilancio degli enti locali per 480 milioni. In totale fanno 824 milioni previsti, di cui realmente evasi appena 224. Nemmeno un terzo del totale. Senza contare che per problemi di fondi il governo ha dovuto tagliare i finanziamenti a oltre 3mila scuole del 55,6%. In pratica gli istituti potranno pagare i lavori solo per metà dell'ipotetico tetto lesionato. Il resto che cada pure in testa agli alunni.
Scuola "belle" ma a rischio crollo
Perché il rischio è che gli edifici schiaccino i bambini durante le lezioni mettendo a nudo le mancanze degli interventi del governo. In Italia solo l'8% degli istituti scolastici è progettato secondo normative anti-sismiche nonostante il 54% si trovi in zone con frequenti terremoti. Di questi ben 13.742 hanno le fondamenta su terreni col rischio sismico massimo. E il governo Renzi cosa ha fatto? Ha previsto solo 243 interventi di adeguamento (di cui appena 104 conclusi) per soli 37,5 milioni in due anni. Un'inezia. Soprattutto se si considera che per rifare il look alle scuole e poter pubblicare gli scatti delle aule stuccate a nuovo, Renzi investì ben 505 milioni.
Interventi ottimi per uno spot elettorale, ma inutili dal punto di vista strutturale visto che si tratta solo di una passata di vernice. E così a quasi due anni dall'avvio della Buona Scuola, in Italia si rischia ancora di morire sui banchi. Ma almeno le pareti son colorate.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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