Così l’Italia divenne figlia del mondo

Traccia: Onu, Patto Atlantico e Unione europea: tre grandi organizzazioni internazionali di cui l’Italia è Stato membro. Inquadra il profilo storico di queste tre organizzazioni e illustra gli indirizzi di politica estera su cui, per ciascuna di esse, si è fondata la scelta dell’Italia di farne parte.

Onu, Patto Atlantico e Unione europea sono tre fenomeni non soltanto di differente estensione geografica (il che è piuttosto scontato), ma pure di diversa profondità storica (il che è meno ovvio). È da questa constatazione che si potrebbe partire, per sviluppare una traccia di certo non semplice come quella proposta. L’Onu è figlia della Società delle nazioni e del suo fallimento; perciò concettualmente non nasce dalla seconda guerra mondiale, ma dalla prima: in un mondo multipolare, impregnato di nazionalismo, quando il comunismo non si sa ancora bene che cosa sarà, e l’America non sa ancora bene che cosa vuol essere. Il Patto Atlantico, invece, è interamente figlio del secondo dopoguerra - del conflitto 1939-45 e della guerra fredda. L’integrazione europea, infine, scaturisce dall’intreccio di due percorsi storici: le sue radici profonde le troviamo nella «guerra dei trent’anni», ovvero nel prolungato e sanguinosissimo harakiri che l’Europa compie fra il 1914 e il 1945; le sue radici più immediate, invece, sono immerse nelle urgenze post-1945 del blocco occidentale impegnato nella guerra fredda.
Nell’Onu troviamo dunque in azione un universalismo liberal-democratico che spera di aver risolto i problemi del 1918: ha sconfitto il nazifascismo e s’è convinto di dover convivere col bolscevismo; nel Patto Atlantico un universalismo liberaldemocratico che col bolscevismo invece non ha nessuna intenzione di conviverci; nell’integrazione europea un universalismo liberaldemocratico che certo è collocato a Ovest, ma rispetto a quello atlantico è militarmente e politicamente più debole e culturalmente più scettico.
Il rapporto che l’Italia instaura con queste tre istituzioni internazionali può essere inquadrato anch’esso in un ragionamento storico di ampia portata, che vede la Repubblica definirsi non solo sul terreno internazionale, ma nella sua stessa identità politica, come l’inverso del fascismo. Il carattere autarchico del regime di Mussolini non si manifestò soltanto sul terreno economico, ma fu a esso per molti versi intrinseco: il fascismo voleva che l’Italia seguisse la propria via nazionale, e smettesse di inseguire modelli stranieri così come aveva fatto fin dal Risorgimento. La Repubblica rovesciò questa impostazione, acquisendo la partecipazione agli organismi internazionali non come un mero dato di fatto, ma come una componente essenziale della propria identità.


All’interno di questo discorso complessivo, le tre istituzioni delle quali stiamo qui parlando hanno ovviamente acquisito significati differenti: l’ingresso nell’Onu, sul quale pure pesarono gli equilibri della guerra fredda, rappresentò per l’Italia soprattutto un segno di rilegittimazione internazionale; là dove l’adesione al Patto Atlantico prima, la promozione dell’integrazione europea dopo, implicarono una vera e propria scelta di civiltà, tanto più importante quanto più profondamente le fratture della Guerra fredda erano penetrate all’interno della Penisola.

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