Così la «scatola nera» taglia il costo della polizza

Lo sconto annuo può arrivare al 30% e si prevengono i furti. Sono 7,5 milioni i pezzi installati

Manfredi Villani

Il gruppo Unipol è stato un pioniere della sperimentazione e dell'utilizzo della black box, la «scatola nera» per le automobili. Testato a partire dal 2003, il dispositivo Unibox è stato abbinato ai contratti Rc Auto dal 2005 e con la nascita nel gennaio 2014 di UnipolSai Assicurazioni, il portafoglio clienti telematici è arrivato a circa 1,3 milioni di unità. Oggi l'Internet of Things è una realtà: attualmente sono circa 7,5 milioni le scatole nere installate su automobili in Italia. Il gruppo Unipol è leader assoluto a livello europeo nell'ambito della connected car insurance, detenendo il 50% del totale delle polizze auto «connesse» su territorio nazionale con oltre 3,8 milioni di dispositivi ed è seconda a livello mondiale per numero di connected car, alle spalle di General Motors che ne ha 4,5 milioni, quindi è la prima compagnia assicurativa nel settore.

I vantaggi dell'installazione della scatola nera già oggi sono molteplici. Si va da una sensibile riduzione del premio assicurativo (nel primo anno lo sconto fino al 25% e poi varia negli anni successivi, in base a una serie di parametri dal 5 al 30%) alla registrazione dei parametri di guida (velocità, posizione, data e orario) tutelando cliente e compagnia da eventuali frodi o esagerazioni dolose del danno. In caso di collisione, inoltre, Unibox avverte la centrale operativa che, a sua volta, contatta il cliente per chiedergli se necessiti di assistenza. Il dispositivo Gps, inoltre, è un'ulteriore protezione da furti e rapine. La black box apre la possibilità di una maggiore personalizzazione del premio assicurativo, con un'evoluzione dal pay as you drive (tariffa commisurata al consumo) al pay how you drive (tariffa commisurata allo stile di guida). UnipolSai Assicurazioni ha realizzato una «box 3.0», un dispositivo vivavoce che permette di comunicare con il Centro operativo UnipolSai e di attivare servizi hi-tech come il «bodyguard telematico» (in caso di tragitto poco sicuro si resta in contatto tramite smartphone con il Centro UnipolSai pronto ad attivare le forze dell'ordine) o il «target area» e lo «speed limit» che permettono di controllare l'auto quando la si presta ai figli.

Il piano industriale Unipol 2016-19 ha puntato 100 milioni di euro in una nuova società, AlfaEvolution Technology (Aet), per mantenere la propria leadership sui temi dell'Insurance telematics.

AET sta lavorando per l'evoluzione del ruolo della black box di Unipol, trasformandola in un hub in grado di dialogare con numerose periferiche come lo smartphone del guidatore (per fornirgli info sul traffico, sul meteo, sulla localizzazione del veicolo), i servizi di telediagnosi e i sensori distribuiti sul veicolo per rilevare anomalie. La box del futuro sarà dotata anche di tecnologia Ultra Narrow Band per vanificare le minacce dei dispositivi in grado di neutralizzare la black box.

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