Costa accusa: «Il Comune? Un feudo personale»

Costa accusa: «Il Comune? Un feudo personale»

da Rapallo

Prima di iniziare davvero. Prima dei confronti. Prima. Nicola Costa, candidato a sindaco di Rapallo per l'Unione, mette il dito sulla «deriva fra i rapporti di fatto tra il Comune-istituzione e i pezzi della vecchia amministrazione che utilizzano informazioni privilegiate per la campagna elettorale e tendono a considerare l'ente una sorta di feudo personale».
Ogni riferimento non è puramente casuale e l'urgenza è da disagio costante. Che il mal di pancia lo fa venire il candidato ed ex sindaco Ezio Armando Capurro. Paginate di giornali e riviste sull'onda di progetti in fieri. Lui parte in pole position, loro chiedono «armi pari». Nulla di illegittimo, «io lo contesto sotto il profilo etico - morale» scandisce con fermezza Costa - Va bene utilizzare i contatti creati, ma non vendersi come proprie pratiche la cui titolarità è del Comune».
Questione di metodo, che all'imprenditore abituato a muoversi tra cultura, nautica e sviluppo sociale, non quadra. Alza il velo su una storia apparente, è convinto d'essere il più titolato a farlo perchè nell'arena politica è sceso per ultimo. «Lo dico da cittadino che ha a cuore l'istituzione: anche con le precedenti amministrazioni c'è sempre stata la tendenza degli ex a comandare all'interno del Palazzo, ad avere accessi privilegiati alle pratiche. Adesso però la faccenda assume contorni preoccupanti».
L'esempio è a portata di citazione: un ampio spazio pubblicitario che annuncia la presentazione di questa sera al Grifone, promossa da Capurro, dei progetti dei primi tre architetti classificatisi nel Concorso d'idee sul fronte mare. Costa non parteciperà, («non ho ricevuto alcun invito ufficiale, poteva essere un'occasione di dibattito fra i candidati»), ma insiste sulla «pubblicità ingannevole. Nessuno toglie a Capurro il merito del Concorso di idee, ma quando ha inizio un iter all'interno del Comune con relativi passaggi in giunta e in consiglio, allora è il Comune stesso a diventare titolare del progetto. I settantaseimila euro li ha messi l'ente, non Capurro e il diritto morale di una presentazione ufficiale è del Comune di Rapallo».
Sta qui il binario di scambio. «La nostra concezione della cosa pubblica e il rapporto con l'istituzione sarà diverso». Tant'è che questa sera su STV, ore 21, andrà in onda la risposta elettorale dell'Unione: «Parleremo della nostra idea di infrastrutture, dove il fronte mare è uno degli elementi inseriti in un contesto articolato. Pillole di programma», lungo nove mesi di lavoro per trenta persone divise nei settori di applicazione. Più un nutrito gruppo di signore, appartenenza trasversale, che ogni lunedì sera alle 21 s'incontrano al point di Via Ferretto. Invito aperto. Parentesi, poi dall'etica la virata sul concreto: «Il fatto di non riuscire a visionare il progetto della piscina e del parcheggio sotto il Macera, mentre altri hanno libero accesso non va bene». Costa calca sul clima inaccettabile, sul Comune «sorvegliato speciale». S'aggancia Riccardo Cecconi, Rifondazione Comunista, candidato vice-sindaco: «Evidentemente per qualcuno il 4 ottobre (caduta di Capurro) non è mai esistito». Torna sul senso delle istituzioni: «Il progetto della piscina è una semplice proposta di un privato presentata al Comune e mai presa in visione dagli organi preposti. Dovrebbe stare nel cassetto, in attesa. Invece nell'immaginario dei rapallesi è un progetto approvato». Un documento privato che «qualcuno ha e utilizza come una clava».


L'ultima bordata: «C'è chi conosce in tempo reale ciò che avviene nel Palazzo. Vuol dire che dentro ci sono degli informatori. Non va bene. I cittadini devono capire che ci troviamo di fronte ad un'anomalia. Mai visto nulla di simile, neanche nei momenti peggiori».

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