«Abbiamo parlato solo delle accuse relative alla morte del signor Vitiello»: così, in una pausa del lungo interrogatorio, il legale dellex conduttore Rai Alessandro Cozzi risponde ieri alle domande dei cronisti. Davanti al pm Maurizio Ascione, Cozzi si sarebbe cioè limitato a definire meglio la sua versione su quanto accaduto il 29 marzo negli uffici al Corvetto della Agenzia formazione lavoro, quando Ettore Vitiello cadde trafitto da una quantità impressionante di coltellate. Finora Cozzi ha sempre sostenuto di avere reagito per difendersi, al termine di una lite con Vitiello per motivi d affari. Su questa linea, in parte smentita dalle risultanze delle indagini, Cozzi è abbarbicato per cercare di evitare una pesante condanna per omicidio volontario. Ma sa anche che sulla sua testa si addensano anche altri guai.
Ieri, dicono i legali, si è parlato solo della morte di Vitiello. Ma in realtà cè un altro delitto per il quale presto o tardi Cozzi dovrà rispondere alle domande degli investigatori (che, secondo altre fonti, qualche domanda informale al proposito glielhanno fatta già ieri): è la morte di Alfredo Cappelletti, anche lui legato a Cozzi da rapporti di affari, e anche lui morto per una coltellata al petto un giorno del 1998. Archiviata a quei tempi come suicidio - nonostante lopposizione della famiglia - la morte di Cappelletti è tornata dattualità nelle settimane scorse.
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