Cresce nei bimbi il rischio dei parassiti

Mariella Passerini

La notizia è ormai confermata a livello internazionale: come è già avvenuto per alcuni ceppi di batteri, ora anche i pidocchi starebbero affinando le proprie capacità di opporsi ai vari trattamenti utilizzati per debellarli. Tra le varie ipotesi vi è quella di una mutazione metabolica della specie: si sarebbero sviluppati degli insetti “mutanti”, in grado di opporsi all’azione dei prodotti comunemente in uso.
L’infestazione di pidocchi è molto contagiosa. E pur non essendo un fenomeno esclusivamente infantile, interessa particolarmente i bambini, specie dai 3 ai 7 anni. «Quando giocano assieme, quando stando testa a testa per disegnare, quando si scambiano il copricapo o l’asciugacapelli, adottano comportamenti che agevolano la diffusione dei parassiti», afferma il professor Carlo Gelmetti, responsabile della Divisione di dermatologia pediatrica dell’Ospedale Maggiore Policlinico Mangiagalli e Regina Elena di Milano.
Come prevenire l’attacco di questi insetti?
«Purtroppo non esistono trattamenti preventivi. Nell’immaginario popolare la presenza di pidocchi è associata alla scarsa pulizia, a ridotte forme di igiene», commenta il professor Gelmetti ricordando che se vi è una epidemia in corso anche la persona più pulita si trova a dover affrontare questo problema.
Fondamentale è il controllo, almeno settimanale, della cute: «Va osservata in modo scrupoloso, tutto il cuoio capelluto, soprattutto l’area dietro alle orecchie e la nuca, zone predilette dal pidocchio perché più calde e umide, ricercando la presenza di lendini, cioè delle uova del parassita, prodotte in grandi quantità dalla femmina adulta», spiega lo specialista.
«Ovalari, di colore bianco-grigiastro, con un diametro di circa un millimetro, si differenziano facilmente dalla forfora perché sono saldamente attaccate al capello ed è difficle toglierle, non si distaccano facilmente».
Quando si trovano tracce dei parassiti, è il momento di utilizzare un prodotto specifico: da evitare le cure “fai-da-te” a base di olio di cocco o altre sostanze prive di qualsiasi evidenza scientifica. In Italia il prodotto più efficace contro i pidocchi e le loro uova, è una mousse a base di piretrine, sostanza derivata dal piretro, una pianta dotata tra l’altro di azione insetticida, che elimina non solo i pidocchi, ma le loro uova. Molto importante è il corretto uso del trattamento: un gran numero di recidive è determinato da una terapia condotta in maniera non adeguata. «La mousse va applicata sui capelli completamente asciutti, per garantirne la massima concentrazione, e va lasciata agire per almeno venti minuti. Quindi si fa uno shampoo, rimuovendo con un pettine a denti molto fitti le lendini ormai senza vita. L’applicazione deve essere ripetuta dopo 7-10 giorni, per neutyralizzare tutte le lendini».
Risulta utile, per frenare il propagarsi dell’infestazione, che i componenti del nucleo familiare e le persone entrate in stretto contatto con il soggetto colpito si sottopongano ad un attento controllo ogni 2-3 giorni.

I tessuti che il soggetto infestato può aver toccato nei due giorni prima del trattamento (indumenti personali, biancheria da letto, asciugamani) vanno lavati in acqua bollente, e lo stesso vale per pettini, spazzole o fermagli (che devono essere lasciati in acqua bollente e detersivo per almeno 1 ora). Chi desidera ulteriori informazioni può collegarsi al sito www.ilpidocchio.it

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