Cresce il numero dei tumori al seno nel Lazio

Ogni anno si registrano 4.200 nuovi casi. Quando una donna è presa in carico dalla breast unit del Policlinico Umberto I deve attendere solo 40 giorni dalla scoperta di un nodulo sospetto all'intervento

Il Lazio al terzo posto tra le regioni italiane per numero di tumori al seno. Ogni anno si contano 4.200 nuovi casi su 40mila diagnosticati in tutta la penisola. La nostra regione strappa così il terzo posto nel Paese per la diffusione di questa patologia, dopo la Lombardia e il Veneto, registrando 750 decessi ogni anno. I dati sono stati diffusi oggi in occasione della presentazione del progetto «I trust you-Mi fido di voi», che presenta i Centri oncologici di riferimento in Italia ed è approdato al Policlinico Umberto I di Roma.
Proprio qui opera la breast unit, una struttura dedicata alla patologia mammaria che si avvale del contributo di diversi specialisti, dall'oncologo, al genetista, passando per lo psicologo, il radiologo, il fisioterapista e il chirurgo senologo. La breast unit del polo ospedaliero romano è attiva da tre anni e in questo periodo ha visto triplicare il numero di donne con tumore al seno prese in carico. Purtroppo, infatti, da 97 nel 2008 la cifea è salita a 291 nel 2010 e l'analisi dei dati del primo semestre 2011 ha evidenzato un ulteriore incremento della casistica di circa il 30 per cento. «L'approccio innovativo della breast unit consente non solo di promuovere un dialogo interdisciplinare tra specialisti, l'unitarietà, la continuità di intervento e la valutazione costante dei risultati - ha affermato il rettore dell'università Sapienza di Roma, Luigi Frati, in un messaggio inviato all'incontro - ma anche di instaurare un efficiente percorso di condivisione con i soggetti e le strutture sanitarie impegnate sul territorio».
I tempi di intervento, infatti, sono ridotti in un luogo dove si concentrano alte specialità impegnate in questo campo.
Da un nodulo al seno sospetto alla decisione di sottoporsi a un trattamento chemioterapico o a un intervento chirurgico passano infatti 40 giorni, se una donna viene presa in carico da una breast unit, una struttura composta da specialisti di diversi campi, dall'oncologia alla genetica, presente nei maggiori centri oncologici italiani.
«Tra l'individuazione di un nodulo sospetto alla realizzazione di un controllo radiologico passano circa 10 giorni - afferma Enrico Cortesi, docente di oncologia e direttore della Unità Operativa Complessa del Policlinico - per un esame istologico e l'attesa del suo esito occorrono altri 20 giorni circa. Una volta ottenuta una diagnosi, una donna arriva alla breast unit e la valutazione per la chemioterapia o l'intervento chirurgico avviene in sole due settimane».
Il Policlinico Umberto I, unica struttura nel Lazio, inoltre, è dotato di uno strumento diagnostico per lo studio delle cellule tumorali circolanti (CTC) nelle pazienti con malattia avanzata.


«La macchina ci consente di contare le cellule tumorali nel sangue - aggiunge Paola Gazzaniga, ricercatrice del dipartimento di Medicina Molecolare - e abbiamo stimato che con meno di 5 cellule in 7,5 ml di sangue si ha una prognosi migliore».

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