Criptovalute, tutto il fascino del rischio

Il Bitcoin è diventato il settimo maggiore asset al mondo. E la Sec ha approvato gli Etf

Criptovalute, tutto il fascino del rischio

Sempre più persone si stanno avvicinando al mondo delle criptovalute, attratte dall'innovazione tecnologica che caratterizza gli asset digitali e dalle sorprendenti opportunità a livello di guadagni. Il Bitcoin, la maggiore delle criptovalute in circolazione, in novembre è arrivato a un soffio da 100mila dollari e la sua capitalizzazione di quasi 2mila miliardi lo pone come settimo maggiore asset al mondo, poco dietro a colossi globali quali Amazon e Google (in testa c'è l'oro con oltre 18mila miliardi di valore). Ma il Bitcoin è solo la punta dell'iceberg. Il panorama delle valute digitali è lievitato fino a oltre 22mila differenti token, ognuno dei quali con caratteristiche differenti; questo rende fondamentale l'acquisizione di conoscenze adeguate dei loro fondamentali prima di prendere decisioni d'investimento, anche perché si tratta di asset altamente volatili.

Il 2024 per le cripto è stato un anno di profondi cambiamenti a partire dalla decisione della Sec, l'equivalente statunitense della Consob, di dare il via libera ai primi Etf legati al Bitcoin fisico; gli strumenti a replica passiva hanno permesso di ampliare la platea degli investitori potenziali e, difatti, subito hanno riscosso forti afflussi. L'iShares Bitcoin Trust di BlackRock, nella sola giornata del 6 novembre ha registrato afflussi netti per 1,4 miliardi di dollari e a meno di un anno dal suo lancio ha superato a livello di patrimonio netto l'Etf sull'oro della stessa Blackrock e presente sul mercato da anni. Un altro momento chiave ad aprile è stato l'halving del Bitcoin, un evento che definisce la natura di un asset nato nel 2009 basandosi sul concetto di «scarsità», un elemento che lo accomuna all'oro. Ogni quattro anni infatti viene dimezzata la ricompensa in Bitcoin assegnata ai miner (minatori) per ogni blocco creato. Nel concreto, questo significa che vengono creati meno Bitcoin, riducendo l'offerta complessiva sul mercato. Sono previsti 34 halving, l'ultimo nel 2144. Infine, la vittoria di Donald Trump alle elezioni statunitensi ha calamitato le attenzioni sugli asset digitali con un balzo del 45% del Bitcoin in sole due settimane. Il presidente eletto durante la campagna elettorale ha espresso pubblicamente di volere trasformare gli Stati Uniti nella capitale mondiale delle cripto e agire in modo da favorire una regolamentazione più semplice e chiara destinando un maggiore supporto finanziario a livello federale alla ricerca di nuove strade per le blockchain, la tecnologia alla base di tutte le cripto. In aggiunta Trump valuterà la creazione di una riserva strategica di Bitcoin.

Che cosa significa criptovaluta? Il termine si compone di due parole: cripto e valuta. In pratica una valuta nascosta, nel senso che è visibile/utilizzabile solo conoscendo un determinato codice informatico (le cosiddette chiavi di accesso pubblica e privata). Le monete virtuali non hanno corso legale e dunque l'accettazione come mezzo di pagamento è su base volontaria. Sono decentralizzate, ossia non sono regolate da banche centrali o governi; vengono generalmente emesse e controllate dall'ente emittente secondo regole proprie, a cui i membri della comunità di riferimento accettano di aderire; questo le rende attraenti per coloro che cercano un sistema finanziario alternativo, lontano da sguardi indiscreti. Per questo è anche la valuta ideale per non poche attività criminali, al punto che il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, parla di Nerolandia. L'aumento del valore rappresenta però più un'intrigante opportunità di investimento che un potenziale rischio. Gli early adopter, ossia chi ha abbracciato il Bitcoin già nei suoi primi anni di vita, così come gli investitori entrati nell'ultimo anno (valore lievitato del 160% in 12 mesi) possono fregiarsi ora di robusti guadagni finanziari. Tuttavia, la volatilità dei mercati delle criptovalute rimane una fonte di preoccupazione, poiché le rapide fluttuazioni dei prezzi possono portare a perdite significative. Inoltre, man mano che le criptovalute diventano più mainstream, i consulenti finanziari sono chiamati a rimodellare le strategie di portafoglio tradizionali e capire come incorporare questi asset mantenendo un approccio cauto proprio in virtù della loro volatilità. In tal senso la Consob, così come alcune fra le principali Autorità di vigilanza nazionali e internazionali, ha ripetutamente messo in guardia contro le insidie connesse con l'acquisto di criptovalute, che può comportare anche la perdita di tutto il capitale impegnato. Stando a due studi pubblicati recentemente dalla Consob, tra il 2022 e il 2023 è più che raddoppiata la percentuale di italiani che dichiarano di avere criptovalute in portafoglio, passando dall'8% al 18%. Ad emergere con forza è il problema che la scelta non è sempre associata ad un'effettiva conoscenza delle caratteristiche e dei rischi connessi con questo tipo di asset digitale. In seconda battuta, si segnala anche la tendenza crescente degli italiani a informarsi attraverso canali social, dove proliferano indicazioni assai poco attendibili e basate su testi molto brevi, sintetici, a volte solamente su immagini.

Ad informarsi sui social sono, in particolare, i soggetti più vulnerabili, ossia giovani, donne e persone a più basso grado di alfabetizzazione finanziaria e con minori disponibilità.

Per questo, più che la deregulation che voprrebbe Trump, sarebbero necessarie regole decisamente più stringenti.

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