Roma - La Chiesa è attenta ai bisogni dei meno abbienti. Fa parte del proprio Dna. Questa attenzione si traduce in proposte concrete e stimoli, a chi governa, affinché sia fatto il massimo sforzo nelle politiche sociali. "Un welfare più amico della famiglia, attuato con il riconosciuto protagonismo delle famiglie stesse": è questo, secondo il segretario generale delal Cei, Mariano Crociata, "il possibile motore della ripresa e dell’innovazione sociale". Parlando a un convegno organizzato oggi a Roma dalle Acli, Crociata ha portato l’esempio delle iniziative messe in campo dalle diocesi italiane e dalle Acli. Progetti "che non hanno la pretesa - ha precisato - di risolvere i problemi dell’ora presente, ma che nutrono l’ambizione di fermentare ulteriormente la società civile e richiamare il livello politico e istituzionale alle proprie responsabilità".
Mutui e debiti Il segretario generale della Cei ha ricordato che "sono molte le famiglie già entrate in una fase critica, con ripercussioni gravi sul fronte degli affitti, dei mutui o dei debiti. In particolare, destinatarie dell’aiuto della Cei, sono le famiglie con tre figli a carico, oppure segnate da situazioni di grave malattia o disabilità che hanno perso l’unica fonte di reddito.
A noi vescovi preme soprattutto promuovere una azione solidale che dia voce al disagio, alimentando allo stesso tempo la speranza".
Rischi da evitare Per Crociata è inoltre
importante "richiamare l’attenzione di tutti sul rischio, connesso ai fenomeni che
stiamo vivendo, di una involuzione antropologica ed etica".
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