Omicidio Gigi Bici, condannata a 16 anni Barbara Pasetti

Il giudice ha determinato il massimo della pena prevista per il rito abbreviato. "Mio padre non me lo restituirà nessuno", ha commentato la secondogenita della vittima

Omicidio Gigi Bici, condannata a 16 anni Barbara Pasetti
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Al termine dell'udienza svoltasi con rito abbreviato, il tribunale di Pavia ha determinato una condanna a 16 anni di carcere per Barbara Pasetti, la fisioterapista 45enne della frazione Calignano di Cura Carpignano (Pavia) imputata per l'omicidio di Luigi Criscuolo, 60 anni, conosciuto da tutti come Gigi Bici.

La donna è stata riconosciuta colpevole dei reati di omicidio volontario, occultamento di cadavere, detenzione illegale di arma e tentata estorsione. Il giudice ha stabilito inoltre una provvisionale di risarcimento pari a 100mila euro per ciascuna delle parti civili coinvolte nel procedimento, ovvero i figli del commerciante. Durante lo svolgimento del rito abbreviato la stessa Barbara Pasetti è voluta intervenire in aula per implorare il perdono, tra le lacrime, dei congiunti della vittima. "Chiedo scusa ai familiari, ho agito perché intimorita da Gigi Bici, avevo paura per mio figlio", si è giustificata la 45enne fisioterapista. "Mio figlio è la mia vita, ho fatto tutto per difenderlo", ha aggiunto l'omicida. "So che mi sono rovinata la vita, ma l’ho fatto per mio figlio", ha concluso.

Inizialmente i pubblici ministeri Valentina Terrile e Andrea Zanoncelli avevano richiesto una condanna a 14 anni di carcere per la donna, salita fino a 16 a seguito della decisione del giudice, arrivata a due ore di distanza dalla conclusione del procedimento. Il riconoscimento della pena per l'assassina di suo padre non ha portato alcun conforto a Katia Criscuolo, secondogenita del compianto Gigi Bici, che ha commentato con grande amarezza la notizia della condanna. "Le scuse di Barbara Pasetti? Non me ne faccio nulla e non mi interessano", ha dichiarato la figlia della vittima dinanzi ai giornalisti. "L'avrei detto anche se l'avessero condannata all'ergastolo". Una vita, la sua, andata completamente distrutta dopo la tragica morte del genitore. "L'unica cosa che conta", ha aggiunto la donna in lacrime all'uscita del Tribunale di Pavia, "è che mio padre non me le restituirà nessuno. Senza di lui la mia vita è precipitata. Ho perso 30 chili, non riesco più ad avere un lavoro".

A nulla sono serviti i tentativi da parte degli avvocati Graziano e Yuri Lissandrin, legali di parte civile, di consolarla spiegandole che i 16 anni di carcere, per un processo celebrato con rito

abbreviato, fossero la massima pena ottenibile. Quando l'omicida è uscita dall'aula del tribunale, coprendosi il volto, Katia Criscuolo l'ha affrontata rivolgendole queste parole: "Tanto prima o poi ci rivedremo".

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