Accusati di aver rubato tre carrelli, i giudici sbagliano la data: dieci anni a processo

Dopo esser stati accusati di aver rubato tre carrelli da un supermercato, due cittadini di Terni sono rimasti sotto processo per più di dieci anni a causa di un refuso: tutto è partito a quanto pare da un errore commesso dal tribunale di primo grado, che avrebbe confuso la data dei fatti contestati

Accusati di aver rubato tre carrelli, i giudici sbagliano la data: dieci anni a processo
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Erano stati accusati di aver rubato tre carrelli della spesa da un supermercato di Terni. Ma a quanto pare, a causa di una imprecisione relativa alla data in cui si sarebbe concretizzato il furto contenute nella sentenza di primo grado, sono rimasti sotto processo per più di dieci anni. Protagonisti della vicenda dai tratti surreali che arriva dall'Umbria sono due cittadini ternani, finiti sotto la lente d'ingrandimento della giustizia con l'accusa di furto aggravato. Stando a quanto riportato dal sito TerniToday, i fatti risalgono a poco più di dodici anni fa: i due si sarebbero appropriati di tre carrelli di un supermarket della zona (che nel frattempo ha peraltro chiuso definitivamente i battenti). Perché quindi un'accusa di furto ha dato il via ad una vera e propria odissea giudiziaria durata oltre un decennio? Il problema, a quanto pare, risiede nella data erroneamente indicata nella sentenza emessa dal tribunale di Terni il 9 marzo del 2017.

Nell'atto con cui il tribunale condanna i due imputati per furto aggravato in concorso, era a quanto sembra stato individuato nel 20 aprile del 2010 il giorno del colpo. Un atto predatorio che sarebbe avvenuto alle 3 del mattino, secondo i giudici. Ma stanto a quanto emerso, si trattava di un errore causato da un refuso: i fatti che venivano contestati ai due imputati riguardavano in realtà il 26 giugno del 2012. Alla base della svista ci sarebbe stata una domanda imprecisa posta dal pubblico ministero, che avrebbe portato due testimoni a richiamare un episodio simile risalente al 2010. Già la corte d'appello di Perugia, nel 2019, aveva annullato la decisione dei giudici di Terni, notando l'errore. Sono però serviti altri cinque anni per fare chiarezza, quando il caso è approdato in Cassazione. Anche perché a complicare il quadro ci sarebbe stato un altro refuso relativo alla data della denuncia sporta dal direttore dell'allora supermercato.

“La corte del rinvio – hanno scritto i giudici della prima sezione penale della suprema corte - chiariva, definitivamente, che il furto per cui gli imputati erano stati condannati era lo stesso furto descritto in imputazione, salvo che per la data errata del 20 aprile 2010, da correggersi in quella del 26 giugno 2012. Sicché non vi era materia per eccepire, nella specie, il difetto di correlazione tra accusa e sentenza”.

La certezza della data emergeva “in modo certo dai verbali di perquisizione, rinvenimento e sequestro dei carrelli, datati 26 giugno 2012, dal decreto di convalida del pm, datato 28 giugno 2012, dalla data della denuncia-querela sporta dal direttore del supermercato che, per un mero refuso era indicata nel 26 marzo anziché nel 26 giugno 2012 e dal testimoniale assunto". Sulla base di tutto ciò, la Cassazione ha infine respinto il ricorso di uno degli imputati.

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