Strage di Samarate, ergastolo per Alessandro Maja. Il figlio: "Il minimo per quello che ha fatto"

Alessandro Maja, l'architetto che il 4 maggio 2022 uccise la moglie insieme alla figlia di 16 anni, e ferì gravemente il figlio maggiore, è stato condannato all'ergastolo. Nicolò: "Il minimo per quello che ha fatto"

Strage di Samarate, ergastolo per Alessandro Maja. Il figlio: "Il minimo per quello che ha fatto"
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I giudici della Corte d'Assise di Busto Arsizio hanno condannato all'ergastolo con 18 mesi di isolamento diurno Alessandro Maja, l'architetto di 57 anni che la sera del 4 maggio 2022, in una villetta di Samarate (Varese), uccise a martellate la moglie Stefania Pivetta e la figlia 16enne Giulia, e ferì gravemente il figlio Nicolò. "Il minimo per quello che ha fatto" ha commentato la sentenza il ragazzo, unico sopravvissuto alla furia dell'uomo. "Sei contento Alessandro?", ha detto invece il padre di Stefania Pivetta rivolgendosi all'imputato dopo la lettura del dispositivo.

La condanna

Durante la requisitoria dello scorso 23 giugno, il pm Martina Melita aveva chiesto la condanna all'ergastolo per l'ex imprenditore e designer varesino. Una perizia psichichia ha stabilito che Alessandro Maja è perfettamente in grado di intendere e volere. La difesa aveva chiesto, invece, che all'imputato fosse riconosciuto un vizio parziale di mente e, dunque, esclusa l'aggravante della crudeltà dal computo della pena. Quest'oggi, i giudici della Corte di Busto Arsizio hanno accolto le richieste del pm.

Le parole di Nicolò: "Giusto così"

Alla lettura del dispositivo era presente anche Nicolò. "Giusto così. Mi aspettavo questa sentenza. - ha detto il ragazzo, dopo gli abbracci coi nonni, i familiari e le amiche della mamma - Quando è stata letta, ho pensato a mia madre e a mia sorella. Prima mio padre ha guardato la maglietta con le loro foto stampate e mi ha fatto il gesto del bacio. Penso che si sia pentito ma non basta, ha fatto una cosa che neanche nel pensiero poteva esserci". Nicolò ha aggiunto di essersi presentato "a piedi, senza la sedia rotelle" per la prima volta da quando è iniziato il processo anche "perché mio padre mi vedesse camminare".

La strage

Secondo la ricostruzione della procura, la sera del 4 maggio 2022, Alessandro Maja, architetto con uno studio avviato sui Navigli di Milano, si è armato di cacciavite e martello: dapprima ha colpito la moglie Stefania Pivetta, 56 anni, che dormiva nel soggiorno al piano terra dell'abitazione, poi ha aggredito i figli nelle rispettive stanze. Giulia, 16 anni, non ce l'ha fatta. Nicolò, il primogenito della coppia, è l'unico ad essere sopravvissuto alla strage ma ha subito diversi interventi chirurgici e attualmente si trova in sedie a rotelle.

All'ultima udienza, il ragazzo si è presentato in aula con una maglietta su cui erano stampati i volti della madre e di sua sorella. "Ho portato con me mamma e Giulia. - aveva detto - Sono loro che mi danno la forza. Vorrei tanto chiedere a mio padre perché lo ha fatto".

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