"Omicidio colposo plurimo". Cosa rischia l'ex sindaco grillino

La procura di Livorno ha chiesto per l'ex-sindaco Filippo Nogarin una condanna a quattro anni di reclusione, per omicidio colposo plurimo. Secondo l'accusa, l'ex-primo cittadino del M5S avrebbe commesso una lunga serie di errori nella gestione della situazione pre-emergenziale legata all'alluvione che colpì la città toscana (e che causò otto vittime)

Filippo Nogarin, sindaco di Livorno per il Movimento 5 Stelle fra il 2014 e il 2019
Filippo Nogarin, sindaco di Livorno per il Movimento 5 Stelle fra il 2014 e il 2019
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Quattro anni di reclusione per omicidio colposo plurimo. Questa la richiesta formulata ieri dalla pubblica accusa nei confronti di Filippo Nogarin, l'ex-sindaco di Livorno finito a processo a seguito dell'alluvione che colpì la città costiera della Toscana nel 2017, causando otto morti e danni per oltre sei milioni di euro. All'ex-primo cittadino del Movimento 5 Stelle vengono in buona sostanza contestate le modalità con le quali gestì l'emergenza, partendo dalla ore immediatamente precedenti alla tempesta. Sotto la lente degli inquirenti sono infatti finite le numerose omissioni del quale si sarebbe reso protagonista: secondo le accuse rivoltegli, omise ad esempio di dare il via libera all'invio dei messaggi telefonici di allerta, che avrebbero avvertito i residenti dell'eccezionalità dell'acquazzone che stava per abbattersi sul territorio. Non prese poi nessun provvedimento di chiusura di istituti scolastici, parchi ed attività commerciali, nonostante "piogge forti in intensificazione".

Stando poi a quanto espresso in tribunale nelle scorse ore dal pubblico ministero Antonella Tenerani durante la requisitoria (alternandosi con l'altra pm, Sabrina Carmazzi) Nogarin stava inoltre dormendo quando, nelle primissime ore del mattino di quel 10 settembre del 2017, l'alluvione aveva iniziato a sferzare con la massima violenza il capoluogo livornese. "Alle 6 del mattino Pucciarelli, il dirigente della Protezione civile comunale in servizio, e il sindaco Nogarin, dormivano. A tragedia avvenuta - le parole dell'accusa, riportate dal quotidiano Il Telegrafo - a Livorno non fu attivata la struttura di Protezione civile. Eccetto un operatore di buona volontà ma impreparato, ovvero Luca Soriani, che pur non in servizio si attivò lo stesso. Torrenti e rii non erano sotto osservazione. La situazione della protezione civile comunale era nel caos".

L'allora esponente di spicco dell'amministrazione "grillina" è stato quindi accusato di aver commesso una lunga serie di errori nella gestione delle primissime fasi della situazione di criticità. Sul banco degli imputati era finito in un primo momento anche Riccardo Pucciarelli, allora dirigente della Protezione civile labronica, con il medesimo capo di imputazione dell'ex-sindaco pentastellato. Ma dopo il suo proscioglimento (nel 2022 aveva chiesto il rito abbreviato) Nogarin è rimasto l'unico imputato. "Il sindaco omise di dare tempestivo allarme alla popolazione, per farla evacuare dalle zone di rischio - la conclusione dell'accusa - i cittadini erano in balia degli eventi.

Perciò ci sono gli estremi per contestare omessa allerta meteo, omesso avviso alla popolazione e omessa evacuazione degli edifici in zone a rischio esondazione dei corsi d'acqua. Questo anche a causa della mancata organizzazione adeguata della Protezione civile comunale, totalmente modificata per decisione dell'ex-sindaco Nogarin".

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