Il 21 gennaio 2025 doveva iniziare una fase cruciale della battaglia del principe Harry contro i tabloid, accusati di aver spiato e influenzato negativamente la sua vita. L’Alta Corte di Londra, infatti, aveva programmato il processo contro il News Group Newspapers di Rupert Murdoch, per pratiche scorrette e illegali. Il duca era agguerrito, non aveva alcuna intenzione di mollare, la causa sembrava diventata una sorta di missione, una crociata contro i giornali. Alla fine ha ottenuto una vittoria storica senza neppure intraprendere il processo. Per capire meglio cosa è accaduto, occorre tornare indietro di circa 20 anni, ripercorrendo la storia scandalosa del gruppo editoriale che si è fusa, in parte, con quella della royal family.
L’accordo extragiudiziale
“NGN offre piene e inequivocabili scuse al duca di Sussex per la grave intrusione del Sun nella sua vita privata tra il 1996 e il 2011, inclusi gli eventi relativi ad attività illecite portate avanti dagli investigatori privati che lavoravano per il Sun”, ha dichiarato in un comunicato ufficiale, citato dall’Independent, il News Group Newspapers lo scorso 22 gennaio, aggiungendo il rammarico per “i giornalisti e i detective privati da loro istruiti a The News of The World che hanno hackerato il suo telefono, lo hanno spiato e hanno usato impropriamente le informazioni private”. Il gruppo editoriale di Murdoch ha ammesso le proprie colpe nei confronti del principe, preferendo scongiurare il processo che doveva durare tra le otto e le dieci settimane e si sarebbe dovuto tenere nel Rolls Building dell’Alta Corte di Londra. La società pagherà le spese giudiziarie di 10 milioni di sterline e Harry riceverà anche un “considerevole risarcimento” che, però, i tabloid non sono stati in grado di quantificare.
“L’intrusione” nella vita di Diana
Nella nota ufficiale spicca il passaggio in cui l’editore si scusa per “l’impatto che ha avuto su [Harry] l’ampia copertura e la seria intrusione nella sua vita privata, come pure in quella di Diana, principessa del Galles, sua defunta madre, negli anni dell’infanzia [del duca]…per la sofferenza causata al duca e il danno inflitto alle relazioni, alle amicizie e alla famiglia”. La frase dedicata a Lady D. è di notevole importanza, perché ci consente di rileggere gli ultimi anni della sua vita in maniera diversa, di metterli sotto una luce differente. Nel 2021, criticando la Bbc per aver estorto con l’inganno a Diana la famosa intervista del 1995, il principe William sottolineò che proprio le bugie raccontate a sua madre pur di fare lo scoop avrebbero contribuito “alla [sua] paura, alla paranoia e all’isolamento”. Da una parte, forse, la “paranoia” della principessa è stata alimentata dal senso di solitudine e dalla percezione della curiosità morbosa di alcuni giornali. Dall’altra, nello stesso tempo, la sensazione di essere quasi circondata, braccata, di non poter contare sulla lealtà di (quasi) nessuno avrebbe avuto una base concreta e le ammissioni del News Group Newspapers sembrerebbero confermarlo.
Una questione di “responsabilità”
Il principe Harry ha voluto portare avanti la sua battaglia contro i tabloid anche in nome della madre. Prima di Natale, riferendosi al caso News Group Newspapers, il duca aveva spiegato al New York Times: “Una delle ragioni principali per andare fino in fondo è la responsabilità, perché sono l’ultima persona che può raggiungere l’obiettivo”. Fino al 22 gennaio 2025 solo Harry e il deputato laburista Tom Watson avevano rifiutato qualunque trattativa con Murdoch. Inizialmente, infatti, il gruppo degli accusatori contava altre 39 persone, ha precisato NewsSky.com, tra cui gli attori Hugh Grant e Sienna Miller, l’ex calciatore Paul Gascoigne e la Spice Girl Melanie Chisholm. Tutti, però, avevano raggiunto un accordo, che il principe ha commentato così: “Si sono accordati perché dovevano farlo”, forse riferendosi alle ingenti spese processuali che i divi avrebbero pagato anche in caso di vittoria.
Harry e Meghan contro la stampa
Nel 2019 il duca di Sussex intraprese un’azione legale non solo contro la NGN, ma anche contro il Mirror Group e l’Associated Newspapers (che pubblica il Daily Mail e il Mail On Sunday). Il Guardian ha ricordato che ciò accadde esattamente nella stessa settimana in cui Meghan Markle iniziò la disputa giudiziaria proprio contro l’Associated Newspapers, accusato di aver violato la sua privacy con la pubblicazione, sul Mail On Sunday, di una lettera privata che la duchessa aveva inviato al padre Thomas nel 2018. Harry divenne il primo reale a testimoniare in un processo negli ultimi 132 anni: il 6 giugno 2023, infatti, venne a chiamato a deporre contro il gruppo del Mirror. Il processo si concluse con la vittoria del duca nel dicembre 2023. Non andò altrettanto bene con l’Associated Newspapers, che nello stesso periodo Harry dovette risarcire con 50mila sterline. Al contrario Meghan vinse la causa contro l’editore del Daily Mail nel febbraio 2021.
Il ginocchio di William
A proposito del caso Newsgroup Newspapers un insider vicino ai legali dei Sussex rivelò all’Observer: “Le persone si concentrano sulle accuse di hackeraggio del telefono, ma in realtà questa è solo una piccola parte [della questione]. Infatti le attività illecite di cui forniremo prova erano molto più ampie e includevano intercettazioni telefoniche, informazioni carpite o ottenute attraverso l’inganno o frugando nella spazzatura”. A tal proposito Harry raccontò anche un aneddoto riguardante la royal family: nel novembre 2005 News of The World, uno dei giornali del gruppo editoriale, chiuso nel 2011, pubblicò un articolo in cui veniva rivelato che il principe William si era infortunato a un ginocchio durante una partita di calcio. La notizia, però, doveva rimanere riservata. Buckingham Palace sospettò che il telefono del principe fosse stato hackerato. Nell’agosto 2006 Scotland Yard arrestarono un reporter e un investigatore privato con l’accusa di aver spiato i telefoni della Casa reale. Nel 2007 venne appurato che tali pratiche illegali sarebbero state portate avanti dal giornalista di News of the World Clive Goodman, definito pubblicamente “un reporter disonesto”, che venne arrestato e messo in prigione per intercettazioni illegali. I dirigenti del giornale sarebbero stati all’oscuro di tutto.
Un accordo segreto con la royal family?
Due anni fa il duca di Sussex rivelò che nel 2012 la royal family e il colosso di Murdoch avrebbero stipulato un patto segreto: in caso di violazione della privacy la Corona avrebbe evitato procedimenti legali se avesse ottenuto, in cambio, scuse pubbliche. In questo modo i reali avrebbero voluto evitare scandali simili a quello del Tampaxgate scoppiato nel 1993, che coinvolse Carlo e Camilla. Il gruppo editoriale ha sempre negato l’esistenza di questo accordo, che sarebbe all’origine dell’azione legale di Harry. Infatti, nonostante il presunto compromesso, ha spiegato The Economic Times, il principe William avrebbe denunciato News Group Newspapers per continue intromissioni nella sua vita privata ricevendo, nel 2020, “un cospicuo risarcimento”. L’intera faccenda sarebbe rimasta privata. Nel 2017 anche il principe Harry avrebbe voluto trascinare Murdoch in tribunale per lo stesso motivo, ma Buckingham Palace glielo avrebbe impedito proprio a causa del patto. Il duca, allora, avrebbe chiesto le scuse ufficiali. Invano. Così, nel 2019, decise di portare la questione di fronte all’Alta Corte di Londra.
Più di sedici anni di illegalità
Quanto accaduto a Harry è solo la punta dell’iceberg di uno scandalo molto più grande. L’avvocato del duca, David Sherborne, citato dall’Evening Standard, ha commentato così l’accordo extragiudiziale del gruppo di Murdoch con il principe: “Ciò rappresenta una rivincita per le centinaia di altre persone che sono stati costrette a raggiungere un compromesso senza riuscire a ottenere la verità per ciò che hanno subìto”. Secondo il legale, infatti, in circa “16 anni” la NGN si sarebbe servita di “più di 100 investigatori in…35mila occasioni”. Sarebbero state “cancellate più di 30 milioni di email” e “distrutte delle registrazioni”. News Groups Newspapers avrebbe “mentito sotto giuramento per coprire le tracce” e “fatto false smentite”. Tutto questo avrebbe ostacolato lo svolgimento delle indagini. Non solo: dopo l’arresto di Goodman sarebbe iniziata, ha detto ancora Sherborne, “una vasta cospirazione per insabbiare ciò che davvero stava accadendo e [coprire] chi sapeva”. Inoltre negli anni la società ha dovuto risarcire molte vittime di intercettazioni arrivando a pagare, come riporta il Daily Mail, un milione di sterline solo per le pratiche illegali relative al periodo 2003-2007.
La storia di Milly Dowler
Tra le tante storie di intercettazioni e hackeraggio telefonico ce ne è una particolarmente toccante, che portò alla chiusura di News of The World nel 2011: la vicenda dell’omicidio della tredicenne Milly Dowler, ricordata dal Daily Mail e dal Guardian. Milly era una ragazzina del Surrey, precisamente di Walton-on-Thames. Frequentava la Heathside School e, tutti i giorni, prendeva il treno per tornare a casa. Il 21 marzo 2002, insieme a un’amica, decise di andare a mangiare in un caffè alla fermata precedente a quella abituale di Hersham. Lasciò il locale intorno alle 16:00, dopo aver telefonato alla famiglia. Un testimone la vide camminare lungo la Station Avenue. Poi Milly scomparve nel nulla. Nel giugno dello stesso anno la polizia comunicò alla famiglia che, probabilmente, la giovane era morta. I genitori, però, non si diedero per vinti e continuarono a inviare messaggi sul suo telefono nella speranza di ottenere una risposta. Il 18 settembre 2002 il corpo di Milly venne trovato in un bosco, lo Yateley Heath Woods nell’Hampshire. Dopo anni di indagini, il 30 marzo 2010, il serial killer Levi Bellfield venne accusato dello stupro e dell’omicidio di Milly Dowler. Il 23 giugno 2011 venne condannato all’ergastolo. News of The World fu uno dei giornali che seguirono attentamente la vicenda. Alcuni giornalisti, però, avrebbero pagato dei detective privati per riuscire a hackerare il telefono della vittima, riportò il Guardian il 4 luglio 2011. Non solo: avrebbero cancellato alcuni messaggi vocali, alimentando nei Dowler la falsa speranza che la loro figlia fosse viva e ascoltasse la segreteria. Il comportamento del giornale indignò l’opinione pubblica. Nel settembre 2011, rivelò la Bbc News of the World offrì alla famiglia di Milly due milioni di sterline di risarcimento.
“Vuole un’ammissione”
Subito prima dell’accordo tra Harry e Murdoch Emma Jones, membro del consiglio del gruppo di sostegno “Hacked Off”, che ha lavorato anche con il duca, ha dichiarato alla Cbs: “[Harry vuole] un qualche tipo di ammissione” dalla NGN.
“Un’ammissione, in qualche modo, di quanto accaduto. Non vuole rinunciare [accontentandosi] delle scuse. Vuole qualcosa di tangibile in modo da poter dire ‘almeno ho questo, ho dimostrato le mie ragioni”. Il principe ha raggiunto il suo obiettivo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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