Caso Sara Pedri, assolti il primario e la sua vice accusati di maltrattamenti sui medici

Sono stati assolti perché il fatto non sussiste il primario e la vice dell'Ospedale Santa Chiara, imputati per l'accusa di presunto mobbing nei confronti di Sara Pedri

Caso Sara Pedri, assolti il primario e la sua vice accusati di maltrattamenti sui medici
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Assoluzione per entrambe persone rinviate a giudizio con l’accusa di presunto mobbing in concorso nei confronti della ginecologa Sara Pedri. Si tratta dell’ex primario Saverio Tateo e della sua vice Liliana Mereu, che sono stati assolti con formula piena - in altre parole “il fatto non sussiste” - dal gup del Tribunale di Trento Marco Tamburrino. Come riporta il Corriere della Sera per i due la pm Maria Colpani aveva chiesto una pena di 4 anni, 2 mesi e 20 giorni. Come sempre bisognerà attendere per conoscere le motivazioni della sentenza.

La vicenda è abbastanza nota, dato che se n’è occupato anche il programma “Chi l’ha visto?”. Sara Pedri è una giovane ginecologa 31enne che lavorava all’ospedale Santa Chiara di Trento. Risulta scomparsa dal 4 marzo 2021: la sparizione ha innescato un domino di testimonianze che hanno descritto un ambiente di lavoro che sembrava la stesse logorando. Tanto che si sospetta che Pedri possa essersi tolta la vita.

La ginecologa scomparsa era stata sentita per l'ultima volta dalla sorella Emanuela Pedri il giorno prima: quel 4 marzo l’auto di Sara, una Volkswagen T-Roc, viene trovata sul ponte di Mostizzolo in Trentino. Al suo interno lo smartphone della dottoressa. Che si era trasferita a Cles per lavorare dapprima all’ospedale locale, per essere poi trasferita in quello di Trento. Quel giorno avrebbe inviato due messaggi, uno al fidanzato (“Sono un morto che cammina, questa volta non ce la farò”) e uno al padre (“Vi chiedo scusa per la delusione che vi ho procurato”).

La sua scomparsa, come accennato, avrebbe dato la stura a diverse testimonianze, che raccontavano di presunte offese varie, turni fin troppo oberanti e una situazione di mobbing diffuso. Per questo diverse persone a lei vicina l’avrebbero vista dimagrire visibilmente, nei mesi in cui aveva lavorato al Santa Chiara. Anche la voce della stessa 31enne avrebbe parlato di mobbing. In un messaggio vocale alla sorella avrebbe detto: “Vedevo quintuplo da quanto ero stanca. Mi viene detto: ‘Cosa fai, mi lasci? No, va be’, dai, ho capito che sei stanca, puoi andare. Vai se vuoi’. Manu, è un pochino di mobbing”. In un altro messaggio avrebbe aggiunto: “Devi stare attenta perché qua parlano, ti schedano subito, pretendono che tu lavori solo, non mangi, non dormi, non hai una vita, quindi non parlare mai delle tue esigenze perché non interessano a nessuno anzi possono interessare solo in negativo”.

Siamo convinti che Sara abbia compiuto un gesto estremo perché abbiamo visto come si era ridotta. Mia sorella era vittima di mobbing e si era ammalata. Parlava con un filo di voce, non dormiva, non mangiava. Voleva liberarsi da un malessere”, ha spiegato Emanuela Pedri.

Quando è emersa la notizia della sparizione di Sara, diverse colleghe hanno denunciato. Tanto che al processo si erano costituite parte civile ben 21 soggetti, tra cui la madre e la sorella della ginecologa scomparsa.

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