Importante sentenza della Cassazione che si è espressa sul vecchio caso della cliente di una banca che si era vista sottrarre in modo fraudolento del denaro dal proprio bancomat. Secondo gli ermellini l'istituto di credito è tenuto a risarcire il proprio correntista nel caso in cui questo sia vittima di prelievo fraudolento.
Il caso in esame
L'episodio risale a ben 15 anni fa, quando una correntista fu vittima di un prelievo fraudolento effettuato sul proprio bancomat. La donna aveva subito una perdita di circa 5mila euro, ma la banca l'aveva ritenuta responsabile, dal momento che non aveva prestato la giusta attenzione alla gestione della carta e alla custodia dei dati personali, come il codice pin. Dal canto suo, la correntista accusava l'istituto di credito di essere stato negligente e poco attento ad adottare quelle forme di cautela finalizzate alla protezione del conto corrente da agenti terzi. Da qui la richiesta di risarcimento.
Il tribunale di Salerno, così come la Corte d'Appello, avevano respinto l'istanza. La donna sosteneva di aver sempre tenuto la carta con sé, ma nulla poteva dimostrarlo. Inoltre, secondo la banca la scheda era stata clonata, mentre il pin doveva essere probabilmente stato usato dai familiari della cliente. Questo secondo quanto ritenuto dall'istituto di credito, il quale aveva avanzato l'ipotesi, riportata da Il Messaggero, che ad effettuare i prelievi fraudolenti fossero stati proprio i parenti della donna.
La sentenza della Cassazione
Di diverso avviso la Corte di Cassazione, che ha riconosciuto il risarcimento alla correntista. Nella sua sentenza numero 23683, i giudici hanno affermato che era compito della banca garantire alla cliente tutte le misure di sicurezza possibili. La responsabilità, dunque, spetta all'istituto di credito, fatta eccezione in quei casi in cui è possibile dimostrare che il cliente ha agito con colpa grave. "La responsabilità della banca per operazioni effettuate a mezzo strumenti elettronici, con particolare verifica della loro riconducibilità alla volontà del cliente, mediante il controllo dell'utilizzazione illecita dei relativi codici da parte di terzi, va esclusa se ricorre una situazione di colpa grave dell'utente, configurabile, ad esempio, nel caso di protratta attesa prima di comunicare l'uso non autorizzato dello strumento di pagamento, ma il riparto degli oneri probatori posto a carico delle parti segue il regime della responsabilità contrattuale", si legge nella delibera pubblicata in questi giorni.
E ancora, "mentre il cliente è tenuto a provare la fonte del proprio diritto e il termine di scadenza, il debitore, cioè la banca, deve provare il fatto estintivo dell'altrui pretesa, sicché non può omettere la verifica dell'adozione delle misure atte a garantire la sicurezza del servizio".
Come difendere il proprio conto
Le autorità raccomandano di prestare sempre la massima attenzione al proprio conto corrente. Vanno tutelate carta e dati sensibili. Guai a conservare il Pin su un foglietto, ad esempio, o a lasciare il proprio bancomat incustodito. Una buona abitudine per avere tutto sotto controllo è quella di effettuare spesso degli estratti conto, così da esaminare tutti i movimenti bancari.
Si può inoltre decidere di attivare un servizio di alert per ogni movimento sulla carta, in modo tale da rendersi conto di eventuali passaggi sospetti.
Infine, nel caso in cui si verifichino dei prelievi fraudolenti, la prima cosa da fare è quello di avvisare le autorità competenti e l'istituto di credito, che provvederà a bloccare la carte e ad avviare la procedura prevista.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.