Open Arms, parti civili attaccano Salvini: chiesto un milione di euro come risarcimento

Nell'aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo sfilano le parti civili del processo Open Arms contro Salvini: "Ha tradito la legge"

Open Arms, parti civili attaccano Salvini: chiesto un milione di euro come risarcimento
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Nuova udienza nel processo Open Arms, che vede Matteo Salvini unico imputato con l'accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio. I pm hanno chiesto per il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, che all'epoca dei fatti era titolare dell'Interno, una pena detentiva di 6 anni. La sentenza arriverà a ottobre, non prima che l'avvocato Giulia Bongiorno, legale difensivo di Salvini, possa fare la sua arringa. Ma nel frattempo sfilano in aula le parti civili. Tra queste ci sono non solo le Ong, ma anche altre organizzazioni e associazioni che sono partite all'attacco del ministro. Le parti civile, chiedendo che venga riconosciuta la responsabilità civile oltre a quella penale, hanno chiesto al giudice un risarcimento complessivo di un milione di euro "come risarcimento danni nei confronti dei propri assistiti, sia singoli naufraghi sia associazioni e organizzazioni non governative".

"Verrò processato e condannato anzitempo da associazioni, Ong, parti civili e parti incivili", ha detto ieri Salvini a margine del Salone Nautico di Genova, prevedendo quanto sarebbe accaduto oggi nell'aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo. Questa mattina, invece, dai social il leader della Lega ha dichiarato, riferendosi a Ilaria Salis: "Da una parte una signora che occupava case in Italia e che è stata detenuta in Ungheria per oltre 15 mesi con l'accusa di violenza e lesioni aggravate. Dall'altra un ministro dell'Interno che ha fatto il proprio dovere onorando il mandato elettorale ricevuto dagli italiani nel rispetto della legge: bloccare gli sbarchi, combattere gli scafisti e abbattere il numero di morti in mare. Sapete com'è finita? La prima è stata premiata con l'elezione al Parlamento europeo, il secondo rischia di essere condannato a 6 anni di carcere. Grazie del vostro sostegno, non si molla".

L'avvocato Michele Calantropo, legale di parte civile dell'Arci, ha sostenuto la tesi secondo la quale il ministro per difendersi, avrebbe avuto un atteggiamento di "vittimizzazione secondaria, mi si consenta questo termine, per trovare una antecedente causale scriminante rispetto a delle condotte illecite a carico dello Ong Open Arms". In base alla sua valutazione, l'atteggiamento del ministro "è parso in questo contesto non pertinente, perché si sono utilizzate delle parole che hanno un senso che vanno ben oltre la semantica".

Lo stesso legale ha poi riportato il passaggio dell'articolo 52 della Costituzione, da lui interpretato nel senso che "la difesa della Patria è una difesa di concetto di solidarietà e soprattutto di democrazia". Sullo stesso articolo è intervenuto anche Armando Sorrentino, legale dell'associazione Giuristi italiani, che si sono costituiti parte civile: "Siamo di fronte a una guerra non dichiarata. Sono morti 30 mila migranti negli ultimi lustri e qui l'imputato parla di difesa dei confini, quasi fossimo di fronte allo sbarco in Normandia. Il richiamo all'articolo 52 della Costituzione è incongruente e offensivo. C'è un carico di intenzionalità da parte dell'imputato fuori le righe dei comportamenti politici".

Testualmente, l'articolo 52 recita: "La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né l'esercizio dei diritti politici. L'ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica". Calantropo ha rifiutato la tesi difensiva secondo la quale il ministro ha agito nell'interesse del Paese rappresentato ma ha sostenuto la tesi di Giuseppe Conte, allora presidente del Consiglio, secondo la quale il blocco alla nave era "lo strumento elettorale per potersi differenziare perché in quella fase c'era uno scontro politico all'interno del governo".

Arturo Salerni, legale di parte civile della Open Arms, ha dichiarato che la nave della Ong "si è trovata non solo a non avere il supporto che avrebbe dovuto avere e che è previsto dalla convenzione Sar da parte dello Stato rivierasco, ma si è trovata di fronte a questo muro", e, a suo avviso, "è evidente il danno che si è creato all'armatore umanitario Open arms, il danno prodotto al suo equipaggio alla sua funzionalità, alle attività che perseguono con un fine esclusivamente umanitario che tanti frutti ha dato".

Per l'avvocato Gaetano Pasqualino, parte civile di alcuni migranti a bordo, parte dell'Osservatorio Noureddine, "non vi era alcuno motivo per negare il Pos, cioè il porto sicuro, non vi erano problemi di terroristi a bordo, non c'erano problemi di ordine pubblico". L'assenza di terroristi non era nota mentre le persone erano a bordo, il ministro ha agito in via preventiva, ma l'avvocato Pasqualino sostiene che "quello dell'imputato era un atteggiamento marcatamente politico ed elettorale, e prima ancora mediatico, fino a sacrificare la dignità dei naufraghi". Un "tradimento delle norme". Per Silvia Calderoni, legale di parte civile di alcuni migranti e avvocato di Emergency "le condotte dell'imputato, ricostruite in dibattimento, hanno arrecato danni consistenti al bene della dignità, della salute, della libertà personale dei miei assistiti".

L'avvocato Fabio Lanfranca, legale di parte civile di Mediterranea Saving Humans, ha sostenuto che da parte di Salvini c'è stata "una condotta di disumanità", accusa che giustifica con il racconto di vita di uno dei migranti a bordo della nave spagnola.

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