Caso Open Arms, Salvini si dice tranquillo ma avverte: "Se condannato sarà preoccupante per la democrazia"

Dal Salone Nautico di Genova, Matteo Salvini è tornato a parlare del processo per il caso Open Arms: "Rifarei domani quello che ho fatto quattro anni fa"

Caso Open Arms, Salvini si dice tranquillo ma avverte: "Se condannato sarà preoccupante per la democrazia"
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Il processo Open Arms continua a far discutere e in queste ore è stato lo stesso Matteo Salvini a intervenire, a margine del Salone Nautico di Genova dove è stato invitato per l'inaugurazione. "Vado tranquillamente a sentenza che arriverà a ottobre. Se sarò accolto, come penso, spero e mi auguro, vorrà dire che sono stati quattro anni che hanno parlato di nulla", ha spiegato il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture. In caso contrario, ha proseguito, "se verrò condannato andremo in secondo grado, lo riterrò assolutamente profondamente ingiusto e preoccupante. Non per me, ma per la democrazia", ha detto ancora.

"Io non ho niente di cui pentirmi o su cui patteggiare perché non ritengo di essere un sequestratore o un delinquente, conto che verrò riconosciuto come un ministro che ha fatto il suo dovere", ha ribadito, rivendicando la bontà delle sue scelte da ministro dell'Interno. "Io ho salvato vite, ho applicato la legge, ho difeso i confini, ho ridotto il numero dei morti, dei dispersi, dei feriti, ho ridotto il numero anche dei problemi e dei costi per gli italiani, quindi difendere i confini non è un reato. Poi quella è la richiesta della pubblica accusa, poi ci sarà un giudice che deciderà", ha detto ancora, rivendicando ogni scelta del suo mandato.

Lo scorso 14 settembre c'è stata la requisitoria dei pm, che hanno chiesto la condanna a 6 anni per Salvini con l'accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio. Ma prima che si arrivi alla sentenza di primo grado, che verrà pronunciata a ottobre, dopo l'arringa dell'avvocato difensore, l'onorevole Giulia Bongiorno, ci sono altre tappe importanti che dovranno essere percorse. E una inizia proprio domani quando, ha spiegato il ministro, "verrò processato e condannato anzitempo da associazioni, Ong, parti civili e parti incivili". A partire da domani, infatti, ci sarà l'ascolto delle parti civili, tra le quali diverse Ong, come ha sottolineato il ministro.

"Non ho nessun timore, non ho nessuna paura, non ho intenzione di patteggiare niente perché ritengo di aver agito in totale legittimità, ritengo di difendere i confini, contrastare gli sbarchi e il traffico di esseri umani all'arrivo dei clandestini sia non un diritto, ma un dovere di un cittadino o di un ministro", ha proseguito Salvini, che non si pente di quanto

fatto nel 2019, da ministro dell'Interno, nemmeno nel caso in cui dovesse arrivare la condanna. "Sono assolutamente tranquillo e rifarei domani quello che ho fatto quattro anni fa", ha aggiunto.

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