"Risarcimento integrale". Inps revoca la costituzione di parte civile nel caso Visibilia

Essendo caduti i presupposti di costituzione, l'Inps si ritirerà dal processo: "Non ha più titolo a restare"

"Risarcimento integrale". Inps revoca la costituzione di parte civile nel caso Visibilia
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Sul caso Visibilia, in seguito alle notizie diffuse dalle agenzie di stampa riguardanti il processo, l'Inps è voluta intervenire spiegando che "la difesa dell'Inps ha anticipato oggi al Giudice dell'udienza preliminare che, avendo ottenuto l'integrale risarcimento del danno patrimoniale e perfezionato l'accordo per il ristoro integrale delle ulteriori voci di danno", una volta "ricevuto quest'ultimo pagamento, revocherà la propria costituzione di parte civile". Infatti, l'istituto ha voluto sottolineare che "a seguito della soddisfazione di ogni voce di credito per i fatti per cui si procede, non ha più titolo a restare nel processo".

Lo stesso istituto ci ha tenuto a precisare che "il danno patrimoniale derivante dall'illegittima fruizione della Cig Covid è stato, nel corso del processo, integralmente risarcito dalle due società coinvolte". Nella nota è stato, inoltre, aggiunto che "le difese degli imputati hanno proposto all'Inps il saldo dell'ulteriore danno non ancora risarcito, offrendo il pagamento dell'intero danno da disservizio (come quantificato nell'atto di costituzione di parte civile) e del danno non patrimoniale, in misura conforme a quanto ragionevolmente sarebbe stato liquidato dal Giudice". L'Inps ha poi sottolineato che a tutto questo "si è aggiunta la rifusione delle spese di costituzione di parte civile".

La decisione dell'Inps era stata anticipata dall'avvocato del ministro del Turismo, Daniela Santanchè, sottolineando che la decisione è stata assunto dall'istituto "perché ha preso atto delle circostanze in cui non ci sono più pendenze in atto". Il collegio difensivo del ministro è cambiato di recente e aggiunge allo storico avvocato Nicolò Pelanda il suo collega Salvatore Pino e voci vicine a Santanché sottolineano che questa non è una tattica dilatoria, ma semplicemente un cambiamento nella difesa al mutare della situazione processuale.

All'uscita del tribunale questa mattina, il legale del ministro ha ribadito che "non è una manovra dilatoria. Assisterò la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, nel processo come è giusto che sia. Ha tutto il diritto di nominare un difensore e basta".

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