Chiede asilo politico, ma lo straniero è un omicida: espulso

Un diciannovenne pakistano è stato arrestato a Livorno in attesa della probabile estradizione: aveva chiesto il permesso di soggiorno per motivi umanitari, ma sul suo conto pendeva un ordine di arresto internazionale per omicidio aggravato. Era fuggito dal suo Paese per evitare di scontare la pena

Una volante della polizia di Livorno
Una volante della polizia di Livorno

Aveva deciso di chiedere il permesso di soggiorno per motivi umanitari, per legittimare la propria presenza sul territorio italiano. Solo che alle spalle aveva già una condanna per omicidio. E così è stato arrestato a Livorno proprio dopo essersi presentato all'ufficio immigrazione, dove si era recato per informarsi e consegnare al personale la documentazione necessaria ad avviare la pratica burocratica di rilascio del permesso. Protagonista della vicenda svoltasi proprio nelle scorse ore in Toscana è un ragazzo di 19 anni originario del Pakistan, arrestato dalla squadra mobile del capoluogo labronico che ha dato esecuzione ad un ordine di arresto internazionale per omicidio emesso dalle autorità del suo Paese d'origine.

Stando a quanto riportato dai media locali, la scoperta sarebbe avvenuta sostanzialmente in maniera fortuita: il giovane aveva infatti intenzione di chiedere asilo politico e stava quindi informandosi sull'iter burocratico necessario per arrivare al rilascio del documento. Si sarebbe così rivolto all'ufficio preposto, con i funzionari che a seguito della sua richiesta hanno avviato i controllo di rito circa sua identità. Un'operazione di routine, prevista dalla legge in casi del genere. E alla fine degli accertamenti hanno così scoperto che l'extracomunitario era un omicida fuggito dal Pakistan, gravato da un ordine di rintraccio internazionale. Il motivo? Era scappato dopo stato condannato per omicidio aggravato in concorso con altre persone. Stando alle ricostruzioni degli inquirenti infatti, avrebbe sparato ad un uomo al culmine di una lite sfociata in una vera e propria aggressione fra due "bande" rivali.

Il giovane non avrebbe tuttavia mai scontato la pena: durante il processo, sarebbe riuscito a scappare e a lasciare il proprio Paese, dandosi alla fuga per evitare il carcere. E a seguito di varie peripezie è arrivato in Italia, dove contava di ottenere il permesso di soggiorno. Non aveva però fatto i conti con il mandato di cattura emesso nel frattempo nei suoi confronti. E alla luce della situazione, i poliziotti allertati dai dipendenti dell'ufficio non hanno potuto far altro che giungere sul posto ed arrestarlo in via provvisoria.

Lo straniero potrebbe a questo punto essere rimpatriato: dipende dalla probabile richiesta di estradizione che le autorità pakistane potrebbero far pervenire già nelle prossime ore, per far sì che il condannato sconti la pena nel luogo in cui ha commesso il delitto. In attesa dello svolgersi degli eventi, il diciannovenne è stato trasferito presso la casa circondariale di Livorno, a disposizione della Corte di appello di Firenze.

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