Uccise il padre per difendere la madre. Annullata la condanna per Alex Pompa

La Cassazione ha deciso per un appello bis per il giovane, oggi Cotoia, che nell'aprile 2020 accoltellà il genitore per salvare la donna dalle violenze

Uccise il padre per difendere la madre. Annullata la condanna per Alex Pompa
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Ci sono novità circa il caso di Alex Pompa, oggi Alex Cotoia, il giovane che nell'aprile del 2020 uccise il proprio padre con un coltello, nell'estremo tentativo di salvare la madre dalle violenze dell'uomo. Nel corso della giornata di oggi, venerdì 5 luglio, i supremi giudici della Prima Sezione Penale della Cassazione hanno deciso di procedere con un nuovo processo d'Appello.

Accolta la richiesta della procura

È stata dunque accolta la richiesta della procura generale della Cassazione che chiedeva di annullare la sentenza. La storia che l'ha visto protagonista è nota a molti. Il 30 aprile del 2020 il giovane, che ai tempi aveva 21 anni, uccise il padre Giuseppe Pompa, 52 anni, all'interno dell'abitazione di famiglia a Collegno, in provincia di Torino. Giuseppe Pompa è stato più volte descritto come un uomo violento e aggressivo, reo di aver fatto vivere la famiglia in un clima di costante paura e tensione. Alex Cotoia (ha scelto di usare il cognome della madre) agì per difendere la donna, come testimoniato più volte in aula.

Nel 2023 la Corte d'Assise di Appello di Torino lo ha condannato a 6 anni, 2 mesi e 20 giorni di reclusione, nonostante la sentenza in primo grado fosse stata assoluzione per legittima difesa. Una condanna che aveva destato stupore, anche se arrivata con delle attenuanti, dato che la richiesta iniziale era stata di 14 anni di reclusione.

La requisitoria del procuratore generale aveva però lasciato delle speranze. "È evidente la necessità di una motivazione rafforzata davanti a un ribaltamento così evidente rispetto alla prima pronuncia. La motivazione della pronuncia di Appello deve essere massimamente rafforzata: il primo giudice assume come attendibili le testimonianze della madre e del fratello di Alex mentre i giudici d'appello con la sentenza hanno disposto l'invio degli atti in procura per falsa testimonianza. Partendo dal presupposto che si è trattato di un giorno di ordinaria violenza nella sentenza di Appello non è dato comprendere cosa abbia scatenato la condotta di Alex", aveva dichiarato il sostituto procuratore generale della Cassazione Marco Dall'Olio.

Il nuovo processo

Oggi la notizia del nuovo processo d'Appello. La richiesta della procura generale della Cassazione è infatti stata accolta. Si dovrà nuovamente discutere del caso, tenendo conto di tutti gli elementi. Intervistato dalle agenzie di stampa, Claudio Strata, avvocato difensore di Alex Cotoia, si è detto soddisfatto dell'appello bis. "Noi restiamo convinti che la sentenza di primo grado fosse corretta e che quella di secondo grado fosse partita da una posizione di estremo rigore se non addirittura da una posizione preconcetta", ha affermato il legale. "Sono estremamente felice. Ero preoccupato che Alex dovesse costituirsi e andare a scontare la pena che ho sempre considerato ingiusta. Continuo a pensare che non se la meriti. Ora aspettiamo il giudizio davanti a un'altra sezione con un po' più di fiducia", ha concluso.

Le parole di Alex

"Oggi la Cassazione mi ha dato una grande gioia quando ha deciso di rimandare gli atti alla corte d'appello di Torino. Per il futuro rimango fiducioso il mio unico desiderio è quello di vivere una vita 'normale', sensazione che fino ad oggi non ho avuto la fortuna di provare", ha dichiarato Alex Cotoia dopo aver saputo della sentenza della Cassazione.

Ad essere sollevata è anche la madre del giovane.

La donna ha assicurato che"è stato straziante vederlo prepararsi la borsa e pensare di non poterlo vedere più libero. Questi ultimi giorni sono stati veramente logoranti e ho avuto, di nuovo, tantissima paura e tutto ciò non è giusto tenuto conto della sofferenza/violenza già subita".

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