Aveva lasciato il Pakistan nel 2016, temendo per la propria incolumità. Su queste premesse, era oltretutto riuscito in un secondo momento ad ottenere il permesso di soggiorno per protezione internazionale. A pochi anni dal suo arrivo in Italia ha però violentato una donna, rimediando una condanna per violenza sessuale. E nelle scorse ore la questura di Siena ha disposto nei suoi confronti un nuovo provvedimento di espulsione, anche se il diretto interessato starebbe a quanto pare continuare a fare di tutto per evitare il rimpatrio. Protagonista della vicenda in questione è un cittadino pakistano di 45 anni, fuggito dall'Asia ormai sette anni fa in quanto a suo dire in pericolo di vita. L'uomo arrivò in Friuli Venezia Giulia e ad Udine gli venne rilasciato il permesso del soggiorno per motivi umanitari.
Nel 2018 finì però all'attenzione delle cronache locali per aver abusato di una donna, per una violenza consumatasi nei pressi dell'ospedale della città friulana. Venne quindi individuato dalle forze dell'ordine e a seguito della denuncia della vittimi finì sul banco degli imputati. Nel 2021 è perciò stato condannato per violenza sessuale, ma nemmeno a seguito della sentenza è stato possibile procedere alla sua espulsione dal territorio nazionale. Il motivo? Lo straniero continua a dichiararsi in pericolo di vita nell'ottica del rientro in Pakistan, attivando in suo favore le istanze di protezione internazionale. Fino a quando, analizzando il suo racconto, l’apposita commissione per i rifugiati ha respinto l’istanza. Ad allungare ulteriormente le tempistiche dell'espulsione sarebbero stati i successivi ricorsi (tutti respinti) visto che l'uomo ha più volte impugnato la decisione della commissione. Nel frattempo, il quarantacinquenne aveva lasciato il Friuli, stabilendosi in Toscana (in un Comune situato in provincia di Siena).
Contava evidentemente di rifarsi una vita, fino a quando non è stato bocciato anche l'ultimo ricorso. A quel punto è stato rintracciato dai poliziotti e gli è stato notificato l'ultimo provvedimento firmato dal questore, ma anche in questo caso il diretto interessato si sarebbe mostrato poco collaborativo ed avrebbe tentato di rimandare ulteriormente la sua espulsione. Stando a quanto riportato dal quotidiano La Nazione, avrebbe infatti dichiarato di non essere in possesso del passaporto. Uno stratagemma che sembrerebbe se non altro avergli fatto guadagnare un altro po' di tempo, considerando che proprio per questa ragione lo straniero non è a quanto sembra ancora stato rimpatriato.
La polizia lo ha però scortato fino al Centro di permanenza per i rimpatri più vicino, dove si troverebbe attualmente. E non appena gli operatori avranno espletato le pratiche necessarie per i documenti, farà ritorno in Pakistan.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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