Aveva costretto la compagna a convertirsi all'Islam e ad indossare il velo, contro la sua volontà. E non contento, non le avrebbe lesinato calci e spugni, quando lei non lo ascoltava. Per questi motivi quindi, un uomo di 31 anni originario della Tunisia è stato condannato nelle scorse ore a quattro anni di reclusione per maltrattamenti, oltre che al pagamento di un risarcimento di 30mila euro a favore della vittima. Una vicenda che arriva dalla provincia di Ancona e che ebbe inizio esattamente un decennio fa. Stando infatti a quanto riportato dai media locali, i fatti contestati al tunisino sarebbero avvenuti nel lasso di tempo che va dal 2012 al 2016 quando la donna, una venezuelana di 33 anni, avrebbe denunciato il compagno dopo l'ennesima aggressione che l'aveva portata in ospedale.
La relazione fra i due, dopo i primi mesi trascorsi senza problemi di sorta, sarebbe diventata via via sempre più complicata: il magrebino, musulmano praticante, le avrebbe chiesto di convertirsi all'Islam e di osservarne i precetti. Una richiesta che la donna avrebbe accolto, ma proprio allora secondo gli inquirenti sarebbero iniziati i problemi: l'extracomunitario le avrebbe poi imposto anche il burqa, nonostante quest'ultima si fosse più volte detta contraria. Le avrebbe inoltre impedito di uscire, se non dopo aver ottenuto il suo consenso. E quando la convivente osava contraddirlo, la reazione non si faceva attendere: schiaffi, calcioni, minacce. L'avrebbe più volte malmenata, accusandola di non essere una buona madre e minacciando di portarle via il figlio minorenne. La goccia che ha fatto traboccare il vaso risalirebbe al giugno di ormai sei anni fa, quando fra i due scoppiò l'ennesima discussione.
L'africano, a quanto pare particolarmente nervoso in quanto non riusciva a trovare un impiego, avrebbe sfogato la frustrazione sulla compagna picchiandola brutalmente. A causa delle percosse finì al nosocomio locale, con una prognosi di cinque giorni. E una volta ristabilitasi, evidentemente stanca delle vessazioni subìte, si recò dalle forze dell'ordine per denunciare il compagno. Accuse che quest'ultimo avrebbe respinto al mittente: anche in tribunale, tramite il proprio avvocato, ha sempre sostenuto come la conversione della donna fosse arrivata su base volontaria.
L'uomo, pur non negando le continue liti, le avrebbe fatto presente come una volta abbracciata la religione fondata da Maometto non sia più possibile tornare indietro. Una versione che non ha a quanto pare convinto il giudice, perlomeno basandosi sulla sentenza di primo grado. Anche se la difesa sta valutando la possibilità di ricorrere in appello.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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