Una coppia sadomaso avrebbe condotto un gioco erotico finito in violenza ai danni di un uomo, rivestendo i ruoli tipici delle pratiche Bdsm (Bondage dominazione sadismo masochismo) finalizzate al piacere sessuale. Dopo il patteggiamento a un anno e 8 mesi di carcere per la donna, che vestiva i panni della "schiava", il Tribunale di Milano ha condannato a 5 anni di reclusione il "padrone" a cinque anni di reclusione più uno di libertà vigilata. Agli atti del processo i video degli abusi, durati due ore e mezza, e il racconto della vittima, punita per aver avuto un rapporto intimo non autorizzato con la "sottomessa".
Il prestesto: un incontro di meditazione
I fatti risalgono al 9 agosto del 2020 in un appartamento di Milano. La vittima era stata adescata dalla coppia su Telegram col pretesto di un incontro di meditazione. Quando l'uomo si è recato sul posto, sarebbe stato costretto a subire atroci violenze e umiliazioni. "Appena mi sono girato per trovare un posto dove sedermi, Andreas (nome con cui si era presentato l'imputato) aveva una pistola in mano e mi ha detto di inginocchiarmi. - ha raccontato il ragazzo -. C'è stata una breve colluttazione ma prima che potessi scappare mi ha ripreso per la camicia e mi ha attaccato al muro prendendomi per il collo, ha ripreso la pistola e mi ha fatto nuovamente inginocchiare, poi mi ha obbligato a togliermi la camicia e anche lui se l'è tolta (...). Poi è comparsa L. (l'iniziale del nome della donna, ndr) che era stata fino a quel momento nascosta nel bagno".
"Percosso ripetutamente"
La vittima avrebbe tentato invano di dileguarsi. A quel punto, si legge in un passaggio del capo d'imputazione, sarebbe stato obbligato a dichiarare di aver abusato della donna e a chiedere scusa alla "schiava". Il "dominatore" gli avrebbe messo tra i denti "una banconota da 500 euro - ricostruisce l'accusa -lo ha percosso ripetutamente con schiaffi al volto, calci all'altezza delle anche, tirandogli i capelli" mentre lo filmava con due cellulari. Alla fine i due "permettevano alla vittima di uscire dall'appartamento ma lo minacciavano con frasi quali 'so dove abiti, tra un annetto vengo a farti visita, se provi a contattare lei ti uccido con le mie mani, non denunciare perché ho amici nelle forze dell'ordine, se mi incontri per strada fai finta di non conoscermi, se ti faccio un cenno io salutami...". Le registrazioni sono state decisive ai fini delle indagini, condotte dalla squadra mobile di Milano, e per ricostruire l'intera vicenda. Un incubo durato due ore e mezza.
Le condanne
A dicembre del 2022 la donna, 32 anni, ha patteggiato un anno e otto mesi per i reati di sequestro di persona e violenza privata. Mentre l'uomo, 40 anni, professione dentista, è stato rinviato a giudizio dal gip Tiziana Gueli.
Oggi anche per lui è arrivata la condanna a 5 anni di reclusione più uno di libertà vigilata per sequestro di persona, detenzione abusiva di armi e violenza privata. La vittima, difesa dall'avvocato Barbara Indovina, a distanza di anni ha dichiarato di essere "ancora sotto choc".
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