"Così Mirto ha confessato l'omicidio di Laura Ziliani"

Sarebbe stato un ex detenuto a far crollare Mirto Milani, accusato con Silvia e Paola Zani, di aver ucciso l'ex vigilessa di Temù. "Insultavano la madre mentre moriva", avrebbe confidato il 28enne

"Così Mirto ha confessato l'omicidio di Laura Ziliani"

Sarebbe stato un ex detenuto a ottenere la confessione piena di Mirto Milani, il 27enne di Lecco accusato di aver ucciso Laura Ziliani, in concorso con Silvia e Paola Zani. Stando a quanto scrive la giornalista Beatrice Raspa su Il Giorno, nel giro di poche settimane, l'uomo sarebbe riuscito a conquistare la fiducia dell'ex sopranista. Al punto che il ragazzo si sarebbe lasciato andare a un racconto dettagliato del delitto: "Insultavano la madre mentre moriva", avrebbe confidato l'imputato.

La confessione di Mirto Milani

Un intreccio degno della trama di un film. L'ex detenuto, un imprenditore del Garda incarcerato per via di un presunto furto ai danni di una banca Svizzera (ora è in libertà), aveva condiviso la cella con Milani dall'ottobre del 2021 a metà del 2022. "Dire che tra noi ci fosse un'amicizia è fuori luogo, sono stato piuttosto il confidente di Mirto", ha precisato l'uomo a Il Giorno. Fatto sta che, durante il periodo di convivenza obbligata col ragazzo, è riusciuto a farsi raccontare cosa fosse successo quella drammatica notte tra il 7 e l'8 maggio scorso, quando l'ex vigilessa fu uccisa. "Sono stato io ad avvicinarmi a Milani, spinto dalla curiosità. - ha spiegato - In breve abbiamo iniziato a parlare da mattina a sera, anche la notte. Non uscivamo mai dalla cella, lui aveva paura". Alla fine, però, Milani ha vuotato il sacco rivelando che le sorelle Zani insultavano la madre mentre moriva. Confessione del 27enne "alla mano", l'ex detenuto ha chiesto di deporre. Le sue dichiarazioni hanno segnato la svolta nel caso. Dopo il crollo del ragazzo, anche Silvia e Paola Zani, hanno confessato il fatto.

La ricostruzione dell'omicidio

Secondo la ricostruzione degli inquirenti - il caso è approdato davanti alla Corte d'Assise di Brescia - i tre imputati avrebbero agito in concorso e con l'aggravante della premeditazione. Laura Ziliani, un'ex vigilessa di 55 anni, sarebbe stata uccisa tra il 7 e l'8 maggio nella stanza al piano inferiore della sua abitazione di Temù. Successivamente il corpo sarebbe stato trasportato e sotterrato in un argine del fiume Oglio. Due mesi dopo, l'8 agosto, una piena del fiume ha restituito il cadavere.

Secondo la relazione medico-legale stilata dal professor Andrea Verzelletti, perito incaricato dalla procura bresciana, la 55enne sarebbe morta per "asfissia meccanica", verosimilmente soffocata con un cuscino e dopo essere stata stordita con le benzodiazepine.

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