"Eravamo disperati per i tentativi di mia madre di ucciderci e non sapevamo cosa fare. Secondo la nostra idea mia madre si sentiva bloccata con tre figlie di cui una disabile e l'idea che avevamo era che voleva liberarsi di noi. E già nell'estate del 2020 iniziammo a pensare al modo in cui risolvere il problema: cioè ucciderla". A raccontarlo è Silvia Zani che, insieme alla sorella Paola e al fidanzato/amante di entrambe, Mirto Milani, pianificò l'omicidio dell'ex vigilessa di Temù, Laura Ziliani, ritrovata senza vita in un bosco della Valcamonica ad agosto del 2021. A detta dei tre imputati, la 55enne avrebbe tentato di avvelenarli "con la candeggina nel latte".
I verbali choc
Tra una settimana, davanti alla Corte d'Assise di Brescia, comincerà il processo a carico delle due figlie della vigilessa e il genero, accusati di omicidio in concorso (con l'aggravante della premeditazione) e occultamento di cadavere. Nelle carte dell'inchiesta ci sono anche i verbali della confessione di Silvia Zani, la maggiore delle sorelle, visionati in esclusiva dal Giornale di Brescia. La ragazza, 26 anni, ha raccontato agli inquirenti che mamma Laura avesse intenzione di avvelenarli: "Temevamo che ci avvelenasse", sono state le sue parole. Secondo i tre imputati, quindi, l'ex vigilesse avrebbe tentato di ucciderli prima mettendo candeggina nel latte e poi con sostanze caustiche nel sale. "Il nostro incubo era quello di essere avvelenati da Laura. Perché non abbiamo denunciato? Dal nostro punto di vista se i carabinieri avessero scoperto che Laura voleva farci del male, poi sarebbero per deduzione risaliti a noi, avendo la prova della nostra colpa", ha fatto mettere a verbale Mirto Milani.
Il racconto di Silvia Zani
Sembrerebbe un piano "diabolico" quello architettato dalle sorelle Zani e dal fidanzato. È stata Silvia Zani a rivelarne i dettagli: "Dopo che mia madre aveva mangiato i muffin che le avevamo preparato con dentro benzodiazepine, iniziammo a cercare di capire come proseguire nel nostro progetto", ha raccontato agli inquirenti la figlia maggiore della vigilessa. "Ero convinta di quello che volevo fare. - ha continuato - Ero decisa. Sono entrata nella camera da letto di mia madre, ricordo di averle messo le mani attorno al collo, Paola la teneva ferma con il suo peso. Mia madre ha iniziato a rantolare, a quel punto Mirto si è accorto non stava andando come previsto ed è entrato in camera. Ha messo lui le mani sul collo di mia mamma. In un certo senso mi ha dato il cambio".
L'omicidio
Secondo la ricostruzione della Procura i tre indagati avrebbero agito in concorso e con l'aggravante della premeditazione. Laura sarebbe stata uccisa tra il 7 e l'8 maggio nella stanza al piano inferiore della sua abitazione di Temù. Successivamente il corpo sarebbe stato trasportato e sotterrato in un argine del fiume Oglio. Due mesi dopo, l'8 agosto, una piena del fiume ha restituito il cadavere.
Secondo la relazione medico-legale stilata dal professor Andrea Verzelletti, perito incaricato dalla procura bresciana, la vigilessa sarebbe morta per "asfissia meccanica", verosimilmente soffocata con un cuscino e dopo essere stata stordita con le benzodiazepine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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