"Detenzione illegittima". E la Ong annuncia battaglia contro il fermo di 60 giorno

Geo Barents è stata fermata per 60 giorni, e non 30, per aver reiteraato le violazioni della legge Cutro e ha annunciato ricorso, esortando le autorità italiane a "revocare il fermo"

"Detenzione illegittima". E la Ong annuncia battaglia contro il fermo di 60 giorno
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Come prevedibile, la Ong Medici senza frontiere ha presentato ricorso contro il fermo notificato ieri all'approdo nel porto di Salerno della sua nave Geo Barents. L'imbarcazione, l'unica a battere bandiera norvegese, è la seconda unità della flotta civile a subire un fermo di 60 giorni per reitazioni nelle violazioni della legge Cutro. Eppure, nonostante esista un impianto normativo chiaro e specifico, secondo l'organizzazione non governativa il fermo amministrativo è illegittimo. Parlano di "presunte violazioni delle norme di sicurezza marittima" e sottolineano che lo stop è arrivato a seguito "di diverse operazioni di salvataggio" che si sono tenute il 23 agosto.

Stando a quanto riferisce l'organizzazione, le autorità la accusano di non aver fornito informazioni tempestive al Centro di Coordinamento del soccorso marittimo italiano (Mrcc) e di aver messo in pericolo la vita delle persone. Nel suo comunicato, però, Medici senza frontiere respinge "queste accuse, che si basano su informazioni fornite dalla Guardia costiera libica" e annuncia la contestazione della "detenzione illegittima seguendo le opportune vie legali". L'Ong in questione, così come tutte le altre, non riconosce l'autorità della guardia costiera dello Stato nordafricano e quindi i suoi rapporti non vengono considerati attendibili. Anche alcuni giudici in precedenza hanno adottato questa interpretazione per "liberare" le Ong e aprire di fatto la strada a contestazioni come questa alla legge Cutro.

"Siamo stati sanzionati per aver semplicemente adempiuto al nostro dovere legale di salvare vite umane", ha dichiarato Juan Matias Gil, capomissione di Msf per la ricerca e il soccorso in mare. Niente di diverso da quanto ogni Ong dichiara quando effettua ricorso per una sanzione italiana, sfruttando le ampie maglie dei regolamenti sui naufragi, che non prevedono le missioni appositamente approntate per recuperare i barchini che scientemente si mettono in mare per essere presi. Msf fa sapere di essere accusata "di non aver fornito informazioni tempestive per la terza operazione, avvenuta dopo che il team dell'organizzazione ha visto un numero significativo di persone finire in acqua nelle vicinanze della nave".

Questa, secondo Riccardo Gatti, responsabile del team di ricerca e soccorso a bordo della Geo Barent, "è l'ennesima dimostrazione di quanto il decreto Piantedosi non solo contravvenga alle leggi internazionali ed europee, ma sia anche in contrasto con l'obbligo di agire in situazioni di necessità quando ci sono in pericolo vite umane".

Msf esorta "le autorità italiane a revocare il fermo alla Geo Barents in modo tale che possa adempiere al dovere di salvare vite umane e a cessare immediatamente ogni ostacolo all'assistenza umanitaria in mare". Ancora una volta, una Ong si dimostra incapace di rispettare le istituzioni e si vuol porre al di sopra di ogni legislazione.

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