"Diamo fastidio, ogni scusa è buona". Il blocco di due mesi di Geo Barents che non piace alle Ong

Le Ong fanno quadrato attorno alla Geo Barents, bloccata in porto per 60 giorni per aver violato la legge Piantedosi, e cercano la sponda politica alle loro rimostranze nell'opposizione

"Diamo fastidio, ogni scusa è buona". Il blocco di due mesi di Geo Barents che non piace alle Ong
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Per la seconda volta, una nave delle Ong ha subito un blocco di 60 giorni: si tratta della Geo Barents, imbarcazione norvegese dell'organizzazione Medici senza Frontiere che ha sbarcato a Salerno 191 migranti recuperati con varie operazioni nel Mediterraneo. Non appena concluse le operazioni di sbarco, il personale della Polizia di Stato, insieme agli operatori della Guardia di finanza e della Capitaneria di porto è salita a bordo e ha notificato al capitano una sanzione pecuniaria di 3330 euro e fermo amministrativo di due mesi per violazioni delle prescrizioni previste dal cosiddetto decreto Cutro per le mancate comunicazioni agli organismi preposti per la sicurezza in mare. Inevitabile, come sempre accade, l'alzata di voce da parte della Ong colpita e delle altre, in parte anche per interesse, in considerazione del fatto che la maggior parte di quelle operano attualmente nel Mediterraneo hanno già subito un fermo e rischiano l'aggravio per recidiva.

"La nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere viene bloccata in porto per 60 giorni dalle autorità italiane con l'assurda accusa di avere violato la cosiddetta legge Piantedosi. Ogni scusa è buona per bloccare le Ong e impedirgli di salvare quelle vite che Italia e Unione Europea vorrebbero in fondo al mare, rinchiuse in lager, abbandonate nel deserto", ha dichiarato la Ong Sea-Watch questa mattina. Dietro l'interesse soggettivo delle Ong, che ora temono per la confisca delle loro navi, c'è anche il vittimismo politico, che soprattutto negli ultimi tempi è diventata una costante delle dichiarazioni delle organizzazioni non governative. Le organizzazioni sono alla costante ricerca di una sponda politica per far leva sul governo Meloni, evidentemente eletto da loro come nemico politico da combattere e abbattere. Lo scopo sociale delle Ong è spesso soffocato proprio dalla volontà di essere "il braccio armato" della sinistra di opposizione, che le ricompensa offrendo loro visibilità e solidarietà in caso di sanzioni. Anche se, stavolta, non sono ancora usciti i comunicati sdegnati per lo stop della Geo Barents.

Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans, si è aggiunta alla nota di Sea-Watch con un comunicato dello stesso tenore: "Geo Barents colpita senza giustificazione dal decreto legge Piantedosi, fermata in porto per 60 giorni e sanzionata", ha dichiarato, prima di lamentarsi dell'assegnazione del porto di Ravenna alla Life Support.

"Mi chiedo quale sia la vera faccia delle istituzioni del nostro Paese: i volti delle donne e degli uomini della Guardia costiera che collaborano con le nostre navi e aerei nei soccorsi o quello feroce del Viminale preoccupato di ostacolare o punire le attività di soccorso in mare?", dice ancora Marmorale. Una domanda pretestuosa e provocatoria, alla quale ogni giorno Viminale e Chigi rispondono con i numeri, nel nome della legalità.

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