Documenti falsi e risarcimenti inesistenti. "Randi Ingerman ingannata dall'avvocato"

Secondo il pm, l'avvocatessa avrebbe falsificato le sentenze e fatto credere all'attrice di aver vinto cause mai fatte

Documenti falsi e risarcimenti inesistenti. "Randi Ingerman ingannata dall'avvocato"
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Avrebbe falsificato una sentenza e fatto credere alla sua assistita, la bella e brava showgirl Randi Ingerman, di aver vinto cause mai fatte o addirittura perse. È l'accusa nei confronti dell'avvocatessa Serena Grassi, 45 anni, che ora è indagata dalla Procura di Brescia con l'ipotesi di reato per patrocinio infedele e falso. La notizia è riportata nelle pagine milanesi del Corriere della Sera.

La vicenda

L'avvocatessa sarebbe finita sotto indagine dopo la denuncia della attrice. Secondo l'accusa, in un'occasione Grassi avrebbe prospettato alla sua cliente un risarcimento del valore di 227mila euro. In un'altra di aver vinto un ricorso contro l'Inps e, infine, di aver trascinato in giudizio una clinica. Peccato che "non vi fosse nulla di vero", scrive il Corriere. Nel migliore dei casi, le cause era state realmente intentate ma perse. Negli altri, invece, la legale avrebbe mostrato all'assistita presunti documenti contraffatti.

L'accusa di patrcinio infedele

Il primo reato contestato a Grassi è di patrocinio infedele. Quale avvocato di fiducia di Randi Ingerman si sarebbe "resa infedele ai propri doveri professionali arrecando danno alla sua assistita, facendole credere in più occasioni, anche mediante la formazione di provvedimenti giurisdizionali falsi, di aver instaurato procedure giudiziarie in suo favore, in realtà mai avviate o, seppur avviate, definite con esito diverso da quello comunicatole". Nella fattispecie "nella causa instaurata contro Ubi Banca per il ristoro di danni subiti per effetto del mancato oscuramento della segnalazione dalla Centrale dei rischi di Banca d’Italia, faceva credere alla sua assistita di aver vinto la causa con 277.000 euro di risarcimento".

L'ipotesi di falso

L'ipotesi di falso fa capo, invece, a una sentenza del 2021 che sarebbe stata falsificata e fatta figurare come redatta dall’allora giudice della VI sezione del Tribunale civile Adriana Cassano Cicuto.

Sia Ingerman che il giudice Cicuto sono parti lese nel procedimento. La Procura di Brescia, competente per le vicende che coinvolgono magistrati del distretto giudiziario milanese, ha chiesto il rinvio a giudizio dell'avvocato Grassi.

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