Evasione fiscale, nuovo rinvio per il processo ai familiari di Soumahoro

Il giudice per l'udienza preliminare di Latina si è riservato la decisione rinviando al 17 novembre prossimo. Si tratta della prima tranche dell'inchiesta sulle coop per l'accoglienza dei migranti

Gli ex lavoratori della coop Karibu protestano davanti al tribunale di Latina
Gli ex lavoratori della coop Karibu protestano davanti al tribunale di Latina
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Rinviata al 17 novembre l’udienza preliminare per la moglie e la suocera del deputato Aboubakar Soumahoro, legata al primo filone delle indagini sull’accoglienza dei migranti. Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamitsindo, in questo caso, sono accusate di evasione fiscale e false fatturazioni. Il giudice del tribunale di Latina si è infatti riservato la decisione dopo che i legali degli imputati hanno presentato delle eccezioni sull’ammissibilità delle parti civili al processo. I pm hanno chiesto il processo per le familiari di Soumahoro e altri 4 indagati.


L’accusa di evasione fiscale e l’uso di società “schermo”

Tra novembre e dicembre dello scorso anno la procura di Latina ha dato una accelerata consistente alle indagini della guardia di finanza sulle cooperative della famiglia di Soumahoro. Sul registro degli indagati sono finiti in 6: Marie Therese Mukamitsindo, suocera di Aboubakar Soumahoro, Liliane Murekatete, moglie del deputato, Michel Rukundo, cognato di Soumahoro, considerati coloro che gestivano la cooperativa Karibu. E poi ancora altre tre figure, Richard Mutangana, Ghislaine Ada Ndongo e Christine Kabukoma, che dal 2014 a oggi si sono succeduti come legali rappresentanti dell'associazione di promozione sociale "Jambo Africa" di Sezze. Le indagini sono partite dalle segnalazioni arrivate da più parti e legate da una parte alla situazione di precarietà in cui si trovavano gli ospiti della coop e dall’altra dalle lamentele dei dipendenti che denunciavano di essere senza stipendio. Situazione che ha portato ad alcuni esposti da parte del sindacato Uiltucs alla procura, che ha voluto vederci chiaro anche perché Karibu incassava considerevoli fondi pubblici da Comuni e prefettura per gestire l’accoglienza dei migranti e dei minori non accompagnati. I reati contestati sono quelli di evasione fiscale e fatturazioni false. La procura di Latina, all’atto dell’ordinanza, ha disposto per Mukamitsindo, Rukundo e Murekatete il divieto temporaneo (un anno) di contrattare con la pubblica amministrazione e di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche. E ha inoltre sequestrato preventivamente oltre 600mila euro agli indagati. Secondo quanto sostenuto dalla Procura, sono state evase le imposte sui redditi e sul valore aggiunto, inserendo nelle dichiarazioni dal 2015 al 2019 elementi passivi fittizi e costi inesistenti.

Gli ex lavoratori costituitisi come parti civili

Gli ex dipendenti della cooperativa Karibu hanno presentato istanza di costituzione parte civile nel processo e il giudice ha accolto le richieste.

I lavoratori sono affiancati dal sindacato Uiltucs e ieri mattina hanno protestato davanti al tribunale di Latina ricordando davanti e giornalisti e telecamere come loro siano ancora in attesa di stipendi arretrati e altri emolumenti. Il tutto mentre chi gestiva la cooperativa spendeva soldi per acquistare vestiti firmati, pagarsi viaggi o soggiorni in alberghi e spa.

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