"Giulia cosa ho fatto". L'audio choc di Turetta dopo l'omicidio

Al vaglio dei giudici ci sono sia i messaggi che il giovane ha registrato sul suo telefonino sia la lettera scritta dopo l'arresto in Germania

"Giulia cosa ho fatto". L'audio choc di Turetta dopo l'omicidio
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É racchiuso negli atti processuali il delirio di Filippo Turetta dopo l'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin. Mentre vagava con la sua auto tra Austria e Germania, a distanza di cinque giorni dall'uccisione della ragazza, il giovane ha registrato sul suo telefonino frasi disperate e sconnesse, che adesso sono al vaglio dei giudici. A riportare le parole di Turetta è il Corriere della Sera, che le ha rese pubbliche in tutta la loro crudezza. "Giulia, che cosa ho fatto? Giu' dove sei? Ho bisogno di te. Giulia, Giulia, Giulia eri tutto per me, sei quello che volevo, mi manchi, mi manchi, amore, bagigetta, patatina, sono belle le scarpe cha abbiamo comprato, tu sei bellissima, sei la ragazza più bella e più importante dell’universo. Voglio morire, voglio morire, voglio morire".

L'audio disperato

Oltre le parole, a colpire è lo stato d'animo del giovane. La sua voce è rotta dalla disperazione e dal panico. Turetta alterna lunghi sospiri ai pianti a dirotto e ha un chiodo fisso: "Meritava la laurea". L'omicida, però, non si è limitato a parlare. Nei momenti di apparente lucidità ha scritto anche alcune frasi sconnesse su un pezzo di carta, sequestrato dalla polizia tedesca al momento dell'arresto. Il ragazzo ha continuato a scrivere in carcere e quei suoi messaggi sembrano essere più razionali. Una volta resosi conto di ciò che aveva fatto, Turetta ha cominciato a pensare al futuro suo e della sua famiglia rivolgendosi al suo legale. "Ci saranno tanti interrogatori o un processo solo come spero? - chiede -. Lei se la sente di difendere un che ha commesso un crimine così terribile? La mia famiglia non subirà conseguenze vero? C’è già stato il funerale? Le hanno dato la laurea che meritava? Ci saranno tanti giornalisti, tanta gente al processo?". Fa domande anche sul padre di Giulia. "Come sta Gino? ".

La lettera

Gli inquirenti hanno scandagliato anche la lettera che Turetta ha scritto dopo l'arresto. "Ho generato tanto odio e rabbia. E me li merito, sì... ma tutto questo è terribile...ho peggiorato il mondo in qualche modo. Mi merito tutto questo dopo quello che ho fatto. Non sono neanche riuscito a uccidermi... vivrò la mia intera vita in carcere adesso". Questo è uno dei passaggi della missiva indirizzata soprattutto ai suoi genitori. "Non potrò più finire di laurearmi - continua la lettera - conoscere persone, avere una famiglia e godere di quello che ho già. E in tutto questo, soprattutto, ho perso la persona più importante della mia vita, la persona che è tutto per me e cui da due anni penso ininterrottamente ogni giorno, la persona più bella e speciale io potessi mai incontrare in tutta la mia vita e tutto questo per colpa mia. Mi merito tutto questo".

Il messaggio ai genitori

Poi la parte rivolta al padre e alla madre. "Mi dispiace tanto - ha scritto -. Io non volevo, non so perché l'ho fatto, non avrei mai pensato o voluto succedesse niente del genere. Io non sono cattivo lo giuro e so che, nonostante adesso sia difficile, voi possiate credermi e lo avete sempre visto con i vostri occhi. Ogni momento penso che vorrei tornare indietro, vorrei tutto tornasse indietro e non fosse successo niente di tutto questo. È veramente poco e non significa molto dirlo ma mi dispiace veramente con tutto il mio cuore e so che sarà così per tutta la mia vita.

Spero che nessuno vi giudichi negativamente, vi guardi male, rovini la vostra situazione lavorativa o affettiva o le amicizie. Voi non c'entrate assolutamente niente, non avete alcuna colpa o responsabilità. Capirei e accetterei se d'ora in poi voi vogliate dimenticarmi e rinnegarmi come figlio".

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