Dopo l'accusa di aver mentito in parlamento, mossa dalla Ong che gestisce Mare Jonio nei confronti del ministero dell'Interno e di Matteo Piantedosi, il Viminale con una nota ha ribadito la sua posizione, fatta di documenti ufficiali e non di brevi riprese video in soggettiva effettuate dalla Ong per la propaganda a mezzo stampa. La questione nasce il 6 aprile, quando alla nave è stato notificato il fermo amministrativo nel porto di Pozzallo. La Ong Mediterranea Saving Human, come sempre accade, ha presentato ricorso in quanto sostiene di essere stata vittima di un attacco armato da parte delle autorità libiche mentre effettuava un intervento. Pertanto, a suo dire, non sussistono gli estremi per il fermo.
Ma dal Viminale è stata diramata una nota che smentisce quanto dichiarato da Mediterranea Saving Humans. "Atti ufficiali confermano come lo scorso 4 aprile la nave della ong Mare Jonio abbia operato in violazione delle indicazioni fornite dal Centro di coordinamento del soccorso marino libico, responsabile per l'area in cui si è svolto l'evento e che aveva inviato sul posto un proprio pattugliatore per effettuare i soccorsi", si legge nella nota ottenuta dall'agenzia Adkronos. Le stesse fonti del Viminale riferiscono all'agenzia che "la nave della Ong ha ricevuto ripetutamente istruzioni di allontanarsi dall'area delle operazioni, rifiutandosi di eseguirle". Inoltre, prosegue la comunicazione del ministero dell'Interno, "un gommone della nave Ong si è inoltre avvicinato alla motovedetta libica che aveva già a bordo alcuni migranti in precedenza soccorsi, incitando gli stessi a lanciarsi in mare. Molte persone si sono gettate in acqua: alcune di queste sono state di nuovo soccorse dal pattugliatore libico, altre sono state raccolte dal gommone della Ong che le ha poi trasportate sulla nave Mare Jonio". Un comportamento scorretto, che oltre a intralciare le operazioni della guardia costiera libica ha messo in pericolo la vita dei migranti, in base a quanto riferito dal ministero.
Proprio ieri, il ministro Piantedosi ha riferito in parlamento che "le persone presenti sul gommone incitavano i migranti a lanciarsi in mare per interrompere le operazioni di salvataggio in atto da parte dell'unità libica, mettendo a repentaglio l'incolumità delle persone stesse". Un comportamento che ha portato effettivamente, secondo quanto riferito dal ministro, alla situazione in cui "diversi migranti si sono gettati in acqua per poi essere nuovamente soccorsi, in parte dalla motovedetta libica e in parte dal predetto gommone che li ha poi trasbordati sulla Mare Jonio". Ed è in questa fase, spiega Piantedosi, "che risulterebbe che siano stati esplosi affettivamente alcuni colpi di avvertimento in aria affinché le predette imbarcazioni private si allontanassero, così da poter riprendere le operazioni di salvataggio".
Oggi, la Ong ha replicato accusando senza mezzi termini il titolare del Viminale di aver "mentito al Parlamento". A riprova delle sue accuse, il team di Mediterranea Saving Humans ha diffuso un video di poco più di un minuto che, nelle loro intenzioni, avvalora la narrazione che li vede vittime.
"Il ministro Piantedosi ha mentito al Parlamento, non solo per giustificare i provvedimenti punitivi di fermo amministrativo e sanzione pecuniaria contro la nostra nave Mare Jonio, ma anche e soprattutto per difendere l'ormai indifendibile collaborazione tra il Governo italiano e le milizie libiche", si legge nella nota della Ong.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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