Sale l’attesa per la testimonianza del fratello di Saman Abbas, che probabilmente sarà resa in corte d’assise a Reggio Emilia il prossimo 27 ottobre. Ma intanto fanno discutere le intercettazioni che hanno visto il giovane protagonista: la sua è stata sempre una figura sullo sfondo, minorenne al tempo dell’omicidio della sorella e oggi maggiorenne collocato in una struttura protetta. L’opinione pubblica si è spesso interrogata su di lui, ma non si deve dimenticare che, da quando fu riportato in Italia, dopo essere stato trovato tra Francia e Spagna con il cugino Ikram Ijaz, ha subito parlato, puntando il dito contro quello che gli inquirenti ritengono il presunto esecutore materiale del delitto: lo zio Danish Hasnain.
Per capire l’importanza delle intercettazioni occorre fare un breve riepilogo della vicenda. Saman Abbas scomparve da Novellara la notte tra il 30 aprile e l’1 maggio 2021: il suo corpo sarebbe stato trovato un anno e mezzo più tardi sepolto nella nuda terra in un casolare abbandonato a poche centinaia di metri dall’azienda agricola in cui gli Abbas vivevano e lavoravano. Gli inquirenti hanno subito supportato l’ipotesi del delitto d’onore, perché la 18enne si era opposta al matrimonio forzato con un cugino più vecchio e aveva denunciato i genitori. Nei giorni della scomparsa era in casa perché cercava di riottenere dal padre i propri documenti.
Con le accuse di sequestro di persona, omicidio e occultamento di cadavere sono stati rinviati a giudizio 5 familiari: il padre Shabbar Abbas, la madre Nazia Shaheen ancora latitante, il fratello del padre Danish, il succitato cugino Ikram, l’altro cugino Nomanoulaq.
I testi delle intercettazioni sul fratellino di Saman sono stati depositati agli atti del processo e si scopre che già il 28 maggio 2021 il ragazzino parlasse dell’omicidio a una zia paterna. “Da oggi non parlerò più con tuo fratello Danish e non parlerò nemmeno con quel cane che ha i baffi e più nemmeno con Irfan, non parlerò più neanche con gli altri due che stanno con loro perché ha fatto tutto lo zio, ha fatto tutto lo zio”. Irfan, cui si fa cenno, è un altro cugino che però gli inquirenti non hanno ritenuto di collegare direttamente al delitto.
Nella telefonata, la zia chiede al ragazzino di stare zitto, ma lui risponde: “Sì ma io a questi qui gli darò una lezione che si ricorderanno tutta la vita. Se non è rimasta viva mia sorella, allora neanche loro hanno diritto di vivere. O mi ucciderò oppure farò qualcosa a questi”. In un’altra intercettazione l’ex minore spiega a una conoscente che lo zio avrebbe ucciso una persona: alla richiesta della conoscente se l’omicidio fosse avvenuto in Pakistan, il ragazzino dispone “Novellara”.
Ci sono poi delle intercettazioni anche di telefonate tra il ragazzino con i genitori. In una chiamata del 5 giugno 2021 è lapidario con la madre: “Vanno all’inferno tutti, se non c’è più la mia sorella allora non c’è più nessuno. Stai in silenzio". Il 15 giugno Nazia cerca di convincerlo che la sorella è viva ed è solo scomparsa, ma lui chiosa: “Se non c’è più la mia sorella non dovrò vivere nemmeno io... Lei non c’è, non dire le cose sbagliate”.
Il giorno prima era stato il padre a cercare di fare opera di convincimento con il figlio, chiedendo di addossare la colpa del delitto a un altro parente indicato con “lui”: “Tu devi dire che Danish e gli altri non hanno nessuna colpa, lui è venuto a casa nostra e ha detto che ci penso io ad ammazzarla, tu così devi dire... adesso dobbiamo incastrare a questo qui”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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