L’ex ad Milano-Cortina Novari: "Mai ricevuto pressioni per assunzioni"

Ieri interrogatorio fiume andato avanti per 9 ore fino a mezzanotte all'ex amministratore delegato della Fondazione Milano-Cortina 2026. "Mai preso tangenti o altre utilità"

L’ex ad Milano-Cortina Novari: "Mai ricevuto pressioni per assunzioni"
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Un interrogatorio-fiume, durato oltre 9 ore e fino a quasi mezzanotte. E nel quale l'ex amministratore delegato della Fondazione Milano-Cortina 2026 Vincenzo Novari, accompagnato dai suoi avvocati Elena Vedania e Nerio Diodà, si è difeso da tutte le accuse contestate a lui, a un altro ex dirigente della fondazione e a un manager di una società di servizi digitali, dalla procura di Milano, nell'inchiesta per una presunta corruzione relativa ad almeno tre appalti ritenuti "opachi". "Non esiste niente sulla corruzione - ha spiegato - sono tutti soldi miei quelli che ho, per 20 anni ho fatto l'amministratore delegato di un'azienda che fattura 2 miliardi all'anno, è ovvio che i compensi sono alti".

Novari, che ieri è apparso tranquillo durante le pause dalla verbalizzazione, ha innanzitutto negato di avere preso tangenti o qualsiasi altra "utilità", e ha affermato con forza la trasparenza degli affidamenti dell'ente (per gli inquirenti è equivalente di un ente pubblico, così come chi ricopriva cariche dirigenziali è equiparato a pubblico ufficiale). Novari ha anche rivendicato le scelte fatte nell'ambito delle assunzioni dentro la fondazioni, tra cui quella di Lorenzo Cochis La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa. A questo proposito, ha sostenuto in particolare che fu il padre a indicarglielo ma senza fare pressioni di alcun tipo e che alla fine era lui che decideva sulla base dei profili e "dei livelli" che cercava.

"Malagò mi ha portato 500 curricula che erano arrivati al Coni, sono segnalazioni che mi sono arrivate ma nessuno mi ha mai imposto di assumere nessuno, sono state tutte mie decisioni totalmente libere e indipendenti, arrivavano dalla politica, da imprenditori, da chiunque", ha detto ai giornalisti l'ex ad. Ha anche spiegato che le segnalazioni arrivavano "da editori, militari, ministri, ma ho assunto solo quelli che ritenevo giusti per profilo".

Tra i nomi di cui i pm avrebbero chiesto conto come assunzioni di persone con un cosiddetto "background politico" anche quello di una ex segretaria di La Russa. Su questo e su un altro nome, poi, Novari avrebbe fatto riferimento a segnalazioni arrivate dal mondo della politica regionale lombarda. Ieri, per questioni tecniche, alla fine dell'interrogatorio, terminato poco prima di mezzanotte, la difesa non è riuscita ad avere il verbale e dovrà attendere le trascrizioni integrali che saranno depositate tra qualche giorno.

In merito al maxi contratto al gruppo Deloitte, in virtù del contratto "Pisa", da 176 milioni di euro, Novari ha spiegato che si tratta di una decisione del Cio-Comitato olimpico internazionale e non della stessa Fondazione.

“I debiti della Fondazione che maturano nei confronti di Deloitte per i servizi -si legge nel bilancio, come riportato da un articolo di Altreconomia che fece accesso agli atti l'anno scorso- saranno in parte compensati finanziariamente (per un importo previsto di circa 45 milioni di dollari) con le fatture emesse dalla Fondazione verso il Cio, nell’ambito dell’accordo ‘Top programme’, per contratti di sponsorizzazione a livello globale dal Cio stesso sottoscritti sempre con Deloitte Usa”.

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