Il processo si è aperto oggi, ma l'udienza preliminare è subito stato sospesa e rinviata al prossimo 3 aprile. E stando a quanto riportato dall'Ansa, in aula non sono mancati momenti di tensione, fra uno degli imputati e i familiari della vittima. Questi gli ultimi sviluppi legati al "caso Davide Ferrerio", il ventenne tifoso del Bologna ridotto in fin di vita dal ventiduenne di etnia rom Nicolò Passalacqua mentre la scorsa estate si trovava in vacanza a Crotone. Il giovane bolognese è ormai da tempo ricoverato all'Ospedale Maggiore di Bologna, in stato vegetativo: non si è più ripreso dal brutale pestaggio che subì e che fu peraltro originato da uno scambio di persona, in quanto (sulla base dell'indagine successivamente condotta) non era lui la persona che il rom aveva intenzione di "punire" per aver scritto alla fidanzata di 17 anni. Le indagini della procura di Crotone, chiusesi lo scorso dicembre, hanno portato all'arresto dei tre principali sospettati, che dovranno rispondere di tentato omicidio per futili motivi.
Gli inquirenti contestano in particolare ad Anna Perugino (madre della ragazza) di aver organizzato la "spedizione punitiva" nei confronti della persona rea (a suo avviso) di aver fatto delle avances alla figlia diciassettenne, al suo compagno Andrej Gaju di aver partecipato all'agguato e a Passalacqua di aver eseguito l'"operazione". Quest'ultimo era oltretutto l'unico imputato presente stamani in tribunale a Crotone e il gup Elvira Cordasco ha interrotto più volte la seduta, perchè la famiglia Ferrerio non avrebbe gradito alcuni atteggiamenti del rom. A scatenare l'ira del fratello di Davide sarebbe stato in particolare uno sguardo sprezzante rivoltogli da Passalacqua e interpretato alla stregua di una sfida o un gesto di scherno. E anche il padre avrebbe inveito contro di lui: una situazione delicata che il giudice ha faticato a tenere sotto controllo. Il rinvio è stato deciso anche dopo l'accoglimento dell'istanza presentata dagli avvocati dei Ferrerio per verificare le condizioni del ragazzo, il cui coma risulterebbe irreversibile nonostante un'attività cerebrale ancora presente.
Anche perché in caso di morte della vittima, l'accusa passerebbe da tentato omicidio ad omicidio aggravato e la difesa non potrebbe chiedere il rito abbreviato. Nel frattempo, il tribunale dovrà inoltre sciogliere le riserve sull'archiviazione della posizione del trentunenne al quale la minorenne aveva dato appuntamento. E che avrebbe indirettamente causato l'aggressione: dopo aver fiutato il pericolo che correva, è stato accusato di aver distolto l'attenzione da se stesso indirizzandola verso l'ignaro bolognese, con un messaggio inviato alla teenager ("Sono qui, ho la camicia bianca").
La procura aveva archiviato le accuse nei suoi confronti non potendo provare l'intenzionalità del gesto, ma i Ferrerio si sono opposti. Sono infine state accolte le costituzioni di parte civile della famiglia di Davide, della Provincia e del Comune di Crotone e del Comune di Bologna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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