Una cartella con oltre 7000 foto, di cui 80 riferite alle lesioni della bimba. “Le inviava alla pediatra di famiglia per monitorare le abrasioni al fine di individuarne una causa”, è la posizione dei legali della 29enne arrestata per avere usato spray deodorante sulla figlia, di soli 17 mesi, irritandole la pelle e provocandole grande dolore. I difensori, gli avvocati Vincenzo Sparaco ed Emmanuele Panza, si riservano di chiedere l'incidente probatorio sul contenuto del telefono, che consentirebbe all'indagata di nominare un proprio consulente che prenderà parte agli accertamenti irripetibili insieme alla procura. E hanno anche nel frattempo contattato alcuni consulenti per una valutazione psichiatrica sulla signora ai fini di una nuova, eventuale, richiesta di scarcerazione alla gip di Milano Patrizia Nobile. La donna infatti al momento resta in carcere, anche se da quanto trapela, ha lasciato l'isolamento e si troverebbe in cella con altre due detenute.
In queste ore stanno intanto andando avanti i colloqui degli assistenti sociali con i familiari della piccola, che è stata collocata in una comunità. Agli incontri per un eventuale affidamento stanno partecipando i nonni e gli zii materni e i nonni paterni. Il tribunale per i minorenni, infatti, ha disposto l'allontanamento dei genitori. Lo scorso 20 febbraio il Tribunale del Riesame ha confermato il carcere per la 29enne indagata di maltrattamenti aggravati. Nel provvedimento si parla di "inquietante personalità" della donna e di una "impressionante capacità di violenza". Stando alle indagini della Squadra mobile e del pm Pasquale Addesso, la giovane spruzzava dello spray deodorante a distanza ravvicinata provocando lesioni e ustioni sulla pelle della piccola. La bimba negli ultimi 6 mesi era stata ricoverata in tre ospedali, tra Varese e Pavia, e poi al Policlinico di Milano dove i medici si sono accorti che quelle lesioni potevano essere state causate dalla madre. Gli investigatori a quel punto hanno piazzato delle microcamere che hanno registrato i momenti in cui la donna causava quelle ferite alla bimba. Ed è scattato l'arresto. Sempre nel provvedimento i giudici scrivono che "appare comunque fondatamente ipotizzabile che analoghi episodi" ai danni della bimba "si siano verificati con una certa costanza sin dai primi mesi di vita della minore".
A proposito del provvedimento del riesame, la difesa ritiene che ad oggi “non sussiste evidenza circa il nesso causale tra il deodorante sequestrato e le tracce di alluminio presenti nei capelli della bambina. Inoltre ad oggi in atti non vi è neppure una documentazione medica che comprovi tale nesso ma vi sono solo le dichiarazioni di una pediatra dell'ospedale che è stata sentita sommarie informazioni. Con riferimento alla sussistenza delle esigenza cautelari la difesa sostiene con non esista nessun rischio di inquinamento probatorio e tantomeno il rischio di reiterazione del reato, siccome la minore ad oggi si trova in una comunità sotto costante sorveglianza. Proprio per tale ragione sarebbe stata compatibile anche la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari”.
Sempre la difesa con una nota ha ringraziato il presidente del Tribunale di Milano per “essere prontamente intervenuto in seguito alla segnalazione da parte del collegio difensivo del fatto che nella serata di lunedì 20 febbraio erano stati pubblicati, su diverse testate giornalistiche nazionali, stralci dell'ordinanza emessa dal Tribunale del Riesame, senza che la difesa fosse stata formalmente
avvertita del deposito di tale ordinanza. Il Presidente ha comunicato ai difensori di aver svolto un'indagine interna e di non aver riscontrato anomalie nelle procedure, tuttavia si scusa per lo spiacevole accaduto”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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